Pescara. Il “regalo” natalizio ricevuto dal Nucleo Guardie Zoofile della Lega Nazionale per la Difesa del Cane di Pescara è stato molto, molto speciale. Il nome scelto per lui è Palla di Neve e si tratta di un tenerissimo agnellino disabile di nemmeno un mese e mezzo età.
“Eravamo usciti per fare un sopralluogo in un zona agricola quando in mezzo a un piccolo gregge di pecore abbiamo notato un cucciolo che giaceva a terra senza muoversi”, racconta Paola Canonico, Guardia Zoofila pescarese e Referente nazionale Equidi della LNDC. A quel punto, lei e la GZV che l’accompagnava sono andati a vedere se l’animale avesse qualche problema, e si sono trovati di fronte a una situazione drammatica. L’agnellino aveva ben due zampe fratturate. Una l’anteriore sinistra, già rinsaldata naturalmente e rimasta quindi più corta del normale. L’altra, la posteriore sinistra malamente steccata con due pezzi di legno, presumibilmente dal pastore, e quindi ormai in cancrena. Il piccolo che era soltanto pelo, ossa e dolore è stato immediatamente prelevato dal pascolo e portato dal veterinario che, constatata la condizione gravissima in cui versava Palla di Neve, ha deciso di procedere d’urgenza amputando la zampa in necrosi per salvargli la vita. L’agnellino ha superato bene l’operazione, sembra si stia riprendendo e ha riacquistato un po’ di peso, anche se è ancora sotto osservazione.
Ora il cucciolo è accudito e curato con amore e dedizione ed è stato ospitato nell’Oasi Mearas, una fattoria creata dalla stessa Paola Canonico dove sono accolti cavalli, pony e capretti, provenienti da situazioni complicate o veri e propri maltrattamenti.
Purtroppo adesso Palla di Neve non può camminare visto lo stato delle sue povere zampette ma quando sarà guarito gli verranno applicate due protesi agli arti in modo che possa muoversi autonomamente e avere la vita dignitosa che si merita dopo tanta sofferenza.
Il Nucleo Guardie Zoofile LNDC di Pescara sta indagando al fine di identificare il proprietario del gregge nel quale è stato reperito l’animale, le cui condizioni sono configurabili nell’ambito del reato di maltrattamento di animali; infatti all’articolo 544-ter della Legge 189/04 espressamente si riporta: ”chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi ad un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro”.
In questo caso, considerando la gravità delle due fratture riportate, l’agnellino era sottoposto quotidianamente a sofferenze continue delle quali il presunto proprietario era ben edotto in quanto lo stesso steccava con imperizia artigianale una delle zampe, ma si esulava coscientemente dal fornire al povero agnello le doverose cure di un veterinario, presumibilmente per meri motivi economici, sostituendosi inoltre illecitamente allo stesso.
“Purtroppo nel mondo della pastorizia e degli allevamenti in genere spiegano le Guardie Zoofile – gli animali sono reputati esclusivamente una fonte di reddito, eventuali cure veterinarie sono considerate superflue e non produttive, optando non di rado a soluzioni drastiche ma poco dispendiose. Soluzioni drastiche che sovente includerebbero anche il migliore amico dell’uomo, il cane, da sempre indispensabile nel gestire il gregge, il bestiame e le pecore. Disgraziatamente questi animali quando non servono più o sono invecchiati vengono uccisi o abbandonati, e non sempre è compito facile reperire i responsabili di questi spregevoli comportamenti, dettati non soltanto dall’ignoranza e dall’opportunismo ma soprattutto dalla crudeltà”.