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Elettrodotto Villanova-Gissi: il caso Via arriva fino al parlamento europeo

Pescara. Con due interrogazioni, una al parlamento europeo presentata dall’europarlamentare Daniela Aiuto, e l’altro presentato al Governo italiano dai deputati Vacca, Colletti e Del Grosso, il Movimento 5 Stelle chiede per quale motivo l’opera che deve realizzare il collegamento sottomarino dell’elettrodotto Montenegro-Italia non è stato assoggettata a valutazione di impatto ambientale (Via).

“Più si scava a fondo sulla vicenda dell’elettrodotto Villanova-Gissi”, affermano in una nota i grillini, “e più ci si rende conto che le regole e le leggi valgono per i cittadini (come nel caso di espropri per opere di pubblica utilità) ma non per le amministrazioni pubbliche o per quei concessionari di servizi pubblici che le regole dovrebbero farle rispettare”.

“Non bastava la scoperta della determina regionale che, di fatto, (probabilmente illegittimamente) ha spianato la strada all’elettrodotto della Terna”, spiegano, “ora, analizzando la documentazione di quest’opera, strettamente legata all’elettrodotto Villanova-Gissi, ovvero la realizzazione il collegamento Tivat-Villanova attraverso la messa in posa del cavo sottomarino nel mare Adriatico, ci rendiamo conto che la difesa dell’ambiente è scritta solo su carta, ma non è mai attuata nei fatti.  I primi a trasgredire e a non controllare sono le istituzioni. Infatti il Ministero dell’ambiente, dopo considerazioni e le valutazioni tecniche (di cui non siamo a conoscenza) ha ritenuto opportuno di non assoggettare l’opera alla preventiva Valutazione di Incidenza Ambientale, come invece vorrebbe la Direttiva 43/92/CEE”.

La direttiva citata stabilisce che la procedura di Via deve essere svolta – riferiscono Vacca, Colletti e Del Grosso – anche per progetti realizzati esternamente a siti e zone speciali di conservazione, e quindi Siti di Interesse Comunitario, qualora possano avere incidenze significative sulla naturalità dei siti.