Pescara. Ha tentato di uccidersi impiccandosi nella sua cella del carcere di Pescara. Protagonista, sabato sera, un detenuto romeno.
Per fortuna l’insano gesto non e’ stato consumato per il tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari, “ma l’ennesimo evento critico accaduto in un carcere italiano – commenta Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe – e’ sintomatico di quali e quanti disagi caratterizzano la quotidianita’ penitenziari”.
Capece sottolinea che dal primo gennaio al 30 giugno 2014, nelle carceri abruzzesi, si sono contati purtroppo il suicidio di un detenuto, 10 tentati sventati in tempo dai poliziotti, 43 atti di autolesionismo (quando un detenuto si lesiona il corpo ingerendo chiodi, pile, lamette, o procurandosi tagli sul corpo), 13 ferimenti e 29 colluttazioni”. “La situazione nelle carceri resta allarmante. Altro che emergenza superata – conclude Capece -. Per fortuna delle istituzioni, gli uomini della polizia penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio in carcere – come a Pescara – con professionalita’, zelo, abnegazione e soprattutto umanita’, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici. Ma devono assumersi provvedimenti concreti: non si puo’ lasciare solamente al sacrificio e alla professionalita’ delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria la gestione quotidiana delle costanti criticita’ delle carceri abruzzesi e del Paese tutto”