Città Sant’Angelo. Parte in sordina, nel pescarese, il secondo atto della protesta del Coordinamento 9 dicembre, meglio conosciuto con l’improprio nome di Movimento dei Forconi. Uno sparuto gruppo di persone si è riunito, stamani, nei pressi del casello autostradale di Pescara Nord.
Striscioni, bandiere tricolore e volantinaggio nel picchetto presidiato da una scarsa decina di manifestanti, per quella che era stata annunciata come giornata organizzativa dai vertici nazionali del movimento. Per il secondo anno, in tutta Italia, infatti, proteste più o meno grandi sono scattate contemporaneamente dalla mattinata di oggi.
“Il 5 dicembre iniziano le ostilità! L’ultimatum irrevocabile scade il 9 dicembre”, si legge nel volantino distribuito ai passanti, in cui sono riportate le motivazioni di una protesta dichiarata “in nome e a difesa della nostra Costituzione, per un Italia libera e sovrana”.
Decise le intenzioni: “Non faremo prigionieri”, recita il flyer. Meno chiari i destinatari del messaggio contenuti nel volantino, sebbene gli striscioni esposti lanciano messaggi più precisi: “Via i politici corrotti e parassiti”. Banche e multinazionali tra i nemici del Coordinamento, che si batte “per uno Stato al servizio del cittadino” e a difesa dei diritto al lavoro e alla dignità: “Principi che nessun partito politico o sindacato ha difeso in maniera adeguata negli ultimi decenni”, si legge ancora nel volantino diffuso dai manifestanti.
Una protesta, dunque, work in progress: si aspetta che il numero cresca per decidere eventuali evoluzioni. Intanto, il Coordinamento prosegue la propria rivoluzione anche via Facebook alle pagine “09 dicembre inizia la rivoluzione” e “Coordinamento nazionale per la rivoluzione”