Pescara. Prosegue lo stato di agitazione delle marinerie per il caro gasolio. Tra queste (anche quella pescarese che non per numero ma per tradizione e presenza è fra le più importanti ed attive dell’Adriatico.
Francesco Scordella, presidente dell’Associazione Armatori di Pescara lancia l’ennesimo grido d’allarme, lanciando la proposta di far effettuare il fermo biologico non a fine luglio ma ora che per il caro gasolio le barche sono in porto. Proprio a Pescara nelle scorse settimane c’era stato un incontro fra i rappresentanti di molte marinerie italiane.
“Il gasolio aumenta giorno dopo giorno ed è impossibile andare a lavorare. Stiamo facendo delle proposte per ridurre le giornate di lavoro ma se lavori poco il problema non lo risolvi. Il problema più grande è stato quello di non aver ancora avuto un colloquio al Ministero della Pesca per capire se fosse il caso di fare un fermo. Ma qui – spiega Scordella – come si nomina la parola fermo scoppia la guerra. Ma secondo me proprio il fermo era ed è l’unica soluzione, anche perché ora siamo fermi, tra un mese e mezzo ci sarà il fermo biologico e allora voglio capire quale è la soluzione che c’è a livello centrale. Bisogna capire che non si può vivere in questo modo perfetto che dietro una imbarcazione ci sono lavoratori, famiglie che hanno spese, persone che devono pagare mutui e non si può vivere tenendo ferme le attività tenendo conto che dietro c’è poi l’indotto della ristorazione, del commercio e dunque una filiera molto grande dietro al settore pesca. Per questo ripeto che l’unica soluzione sarebbe il fermo da attuare in attesa di trovare poi le soluzioni – conclude Scordella – per abbassare il prezzo del gasolio, tenendo conto che i pagamenti da fare arrivano comunque”.