La donna, all’atto della presentazione della domanda per il reddito di cittadinanza, pur avendo un figlio agli arresti domiciliari per oltraggio a pubblico ufficiale, ha fornito false attestazioni certificando di avere a carico una famiglia di incensurati, dichiarazione falsa che ha permesso di incassare oltre 1.100 euro al mese per un anno e mezzo, con una truffa allo Stato che si aggira attorno ai 20 mila euro.
I militari della Guardia di Finanza di Pescara, nell’ambito delle sinergie con l’INPS, hanno accertato l’indebita percezione del sostegno economico ai danni delle casse della spesa pubblica nazionale e hanno denunciato la donna, ora indagata per aver prodotto documentazione non veritiera finalizzata a intascare il contributo non spettante per mancanza dei requisiti previsti dalla legge.
Richiesta altresì la revoca del beneficio e il sequestro preventivo delle somme ottenute illecitamente.