Montesilvano. Dopo il progetto lanciato da Comune, Confcommercio e Sindacato balneatori, partono le proteste contro il pontile sulla spiaggia di Fosso Mazzocco, a Montesilvano.
L’architetto Giuseppe Di Giampietro, portavoce del comitato “Saline.Marina.PP1 Pescara-Nord”, sottolinea “la vergogna della foce del fosso Mazzocco, che è oggi inscatolato nel cemento e trasformato nello scarico troppopieno del collettore fognario rivierasco”. Questo, secondo Di Giampietro, il sito scelto per il progetto Trabocchi a Mare, presentato a febbraio e che “prevede un pennello e pontile in cemento con neo-trabocchi terminali e attracco natanti ad oltre 300 metri dalla spiaggia. Quasi una nuova Penisola artificiale, stile The Palm di Dubai.
“Ma il Mazzocco”, ricorda l’architetto, “raccoglie le acque collinari ed ha segnato da sempre i confini storici tra Pescara e Montesilvano. Il segno di una memoria storica e geografica che non può essere cancellato, né nascosto sotto un pesante intervento edilizio a mare. Un progetto del genere, rischia di avere un enorme impatto sull’assetto della linea di costa e di erodere le preziose spiagge sabbiose della riviera Nord. Per le pesanti conseguenze potenziali sul territorio e l’economia, nessuna autorizzazione può essere data da alcuno senza una preventiva valutazione di impatto ambientale, pubblica, trasparente e partecipata. Anche perché ci sono delle alternative concrete al progetto.
La proposta alternativa è “un pocket-park (miniparco) con fitodepurazione da circa 1.400 metri quadri. Si pensi – spiega Di Giampietro – che le concessioni balneari limitrofe hanno una superficie media da 3.000 a 6.000 metri quadri di spiaggia. Si tratterà di filtrare le acque di tracimazione del fosso e del troppopieno del collettore rivierasco, e di sistemare l’intorno per eliminare il degrado attuale, i cattivi odori, e creare un piccolo parco pubblico che segni la foce del fosso Mazzocco. Il miniparco prevede, oltre alle opere idrauliche e a verde dello scarico a mare del Mazzocco, anche camminamenti in legno perimetrali e di attraversamento, impianto di illuminazione, videosorveglianza e irrigazione, alberate, siepi e arredi perimetrali, per un importo di circa 500 mila euro”.
“Un concorso pubblico ed un piano del verde a mare potrebbe trasformare queste aree problema nell’occasione per riqualificare la riviera e rilanciare l’industria turistica, con finanziamenti strategici di iniziativa pubblica. La valutazione di alternative, il confronto, la partecipazione pubblica e l’inserimento degli interventi in un piano del verde, pubblico trasparente e partecipato, sono il metodo giusto per riqualificare la riviera, rilanciare l’economia turistica e dare un segno di identità collettiva agli interventi”, conclude Di Giampietro.