“Si tratta”, sostiene una nota dell’associazione, “di un ampliamento della esistente via Pantini che fiancheggia da un lato terreni prevalentemente liberi e dall’altro una fascia boscata di pregio, che fa parte della Riserva e protegge la “zona integrale” della Riserva (Zona A), inoltre rappresenta un importante corridoio ecologico funzionale alla sopravvivenza dell’ecosistema della Pineta dannunziana”.
“Contro ogni logica e senza rispetto del patrimonio arboreo”, prosegue la nota, “il nuovo tracciato risparmia i terreni liberi e investe in pieno la fascia boscata, distruggendola completamente. Una fascia boscata cancellata per sempre nella Riserva. Una parte è stata abbattuta il 31 maggio 2021 e presto il cantiere procederà con l’eliminazione degli ultimi alberi. Ci chiediamo come ciò sia possibile. La legge che istituisce la Riserva ha 22 anni, essa è disattesa in più parti, la Riserva è priva di una guida scientifica; anche per questo quando, nel maggio 2021, si conobbero i dettagli progettuali della strada furono i cittadini ad accorgersi che essa interferiva pesantemente sul patrimonio tutelato”.
Furono, infatti, le associazioni riunite nel Coordinamento Salviamo gli Alberi a far rilevare ” che l’opera andava contro legge”, ricorda Italia nostra, che continua, “Il Comune rispose che l’intervento era consentito in quanto previsto nella Legge istitutiva e nel Piano d’Assetto Naturalistico (PAN adottato nel 2018). L’Amministrazione comunale si è lanciata in un lavoro interpretativo della cartografia del PAN nelle varie versioni, anche in quelle non adottate, per dimostrare l’esistenza di una rigida e univoca previsione della strada in attuazione. Non solo gli ambientalisti ma anche il buon senso ci dicono che un progetto di dettaglio affronta proprio i problemi che un disegno a grande scala non rappresenta, quindi si potrebbero evitare degli abbattimenti e adattare il tracciato al contesto. Invece, la rigogliosa fascia boscata, lasciata a protezione della Riserva, sulla planimetria progettuale non viene censita anche se nella realtà esiste.
Le associazioni presentarono anche un esposto, accolto dai dai Carabinieri forestali “perché si denuncia la trasformazione di bosco in altra destinazione d’uso”. A novembre del 2021, però, venne inserito un emendamento alla Legge Regionale Forestale “che autorizza gli Enti pubblici a effettuare una sanatoria qualora sia mancata la necessaria autorizzazione in opere che trasformino un bosco in altra destinazione d’uso”, va avanti la nota di Italia Nostra che ora, con il cantiere che ha ripreso a tagliare, conclude: “Quindi a posteriori si rimuove la norma che impediva quella distruzione e solo una settimana dopo il Comune invoca la sanatoria e procede alla realizzazione nella versione originaria. Altri alberi saranno abbattuti, la strada non sarà modificata. Neanche il drammatico evento dell’incendio dell’estate scorsa, ha scalfito le certezze di un progetto sbagliato. Come ultima beffa si noti che le piante da abbattere sono gli esemplari risparmiati dal devastante incendio dell’anno scorso, tra cui almeno 3 gradi Pini d’Aleppo dalle dimensioni quasi monumentali”.