Nuova Pescara, Confindustria: “Rinvio sconfitta per tutti”

Pescara. “Rimandare al 2027 sarebbe una sconfitta per tutti, sarebbe mettere la firma al fallimento di uno tra i pochi progetti istituzionali davvero innovativi per il futuro del territorio. Parliamo della più grande fusione di Comuni mai realizzata in Europa”.

Così il presidente di Confindustria Chieti-Pescara, Silvano Pagliuca, conferma le dichiarazioni di altri sostenitori davanti alla paventata ipotesi di rinvio dell’istituzione di Nuova Pescara al 2027 e chiede al presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio di adoperarsi per la corretta applicazione della legge regionale del 2018.

“Dispiace prendere atto che nel momento in cui le imprese stanno attraversando shock epocali come l’uscita dalla pandemia e gli effetti della crisi russo-ucraina, la nostra politica non trovi di meglio da fare che riallontanare ciò che a fatica era stato fatto – prosegue in una nota Pagliuca – La legge fissa al 2023 la realizzazione di Nuova Pescara , con possibilità di spostare al 2024. Dal 2014 imprese e cittadini hanno manifestato la volontà in merito al progetto del Comune che riunirà Pescara, Montesilvano e Spoltore in un unico centro amministrativo. Oggi l’inerzia politica e gli interessi di pochi stanno tarpando le ali alle possibilità di sviluppo di un territorio, imbavagliando anche le leggi”.

Nel 2018, ricorda Pagliuca, “la legge regionale fissò i termini per la realizzazione del nuovo ente entro il 2024. Da qui una serie di ritardi inaccettabili, ora la beffa di un’ipotesi di modifica alla legge”. Sul territorio del nuovo Comune, prosegue Pagliuca, “abbiamo un’età media di 41 anni”, si concentrano più di 20mila imprese “con un bilancio di area estesa che ammonta a 181milioni di euro. Il solo risparmio sulla gestione degli organi politici si potrebbe attestare sul milione. La fusione snellirà l’apparato politico, ora ingolfato da 3 sindaci e circa 90 tra assessori e consiglieri comunali, mentre a Milano – fa notare Pagliuca – il sindaco si interfaccia con poco più di 40 tra assessori e consiglieri. L’unione dei comuni porterà importanti finanziamenti dello Stato e della Regione, nonché la possibilità di derogare al Patto di Stabilità”.

PD: LAVORARE PER LA FUSIONE

“La discussione nel centrodestra sull’iter istitutivo della Nuova Pescara continua ad essere – analogamente a quanto avvenuto in occasione delle elezioni provinciali di dicembre scorso – strumentale agli equilibri interni tra le forze politiche di una coalizione che subordina sempre più frequentemente le direttrici di crescita dei nostri territori alla propria tenuta di governo nelle due città più grandi coinvolte nel processo di fusione”: è quanto affermano il segretario provinciale del PD Nicola Maiale ed il segretario cittadino Antonio Caroselli

“È evidente”, proseguono, “la fallacia delle ragioni addotte dal centrodestra perché ogni data potenziale per l’istituzione della nuova città – con gli attuali calendari elettorali previsti per Spoltore, Montesilvano e Pescara – determinerebbe consiliature temporalmente monche. L’ulteriore rinvio proposto dal centrodestra non tiene minimamente conto delle sollecitazioni che, sempre più forti, emergono dal mondo delle imprese”.

“Il processo di fusione garantirebbe maggiori trasferimenti statali, di durata decennale, alla nuova realtà amministrativa oltre ad un più vantaggioso accesso ai fondi previsti dal PNRR”, rilanciano i dem, “circostanze che, coniugate all’ottimizzazione della spesa ed alle economie di scala derivanti dalla gestione unitaria dei contratti, si tradurrebbe in indubbi vantaggi a cittadini e imprese in un periodo economicamente difficile come quello che stiamo affrontando. Pertanto il compito dei decisori politici dovrebbe essere quello di lavorare senza sosta, rispettando il dettato legislativo regionale frutto di un referendum, per strutturare al meglio la fusione dei servizi – partendo da quelli che più hanno a che fare con le difficoltà delle cittadine e dei cittadini, come il sociale e la gestione dei rifiuti – e non continuare a chiedere ulteriori rinvii finalizzati a coprire, nella migliore delle ipotesi, un’assenza di visione del territorio oltre che di una scarsa cura dei suoi attori economici”.

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