Pescara: 1000 alunni in quarantena, il Comune vuole la Dad

Pescara. Passano da 250 a 1000, in pochi giorni, gli alunni delle scuole dell’infanzia e primarie di Pescara che si trovano in quarantena per il Covid, e parte la richiesta di chiusura della didattica in presenza.

“La nuova impennata di contagi da Covid-19 ci impone oggi di tornare alla chiusura delle scuole e alla ripresa della Didattica a Distanza. Ormai in tutti gli Istituti Comprensivi della città così come negli Istituti superiori si contano aule semivuote e centinaia di studenti in quarantena, addirittura mille il dato odierno, perché positivi o perché entrati in contatto con un soggetto malato, con l’attivazione di una Dad a singhiozzo che è peggio di quella continuativa”.

Lo ha detto il Presidente della Commissione Pubblica Istruzione ed Edilizia Scolastica Fabrizio Rapposelli avanzando formalmente la proposta di chiusura delle scuole cittadine a fronte di una recrudescenza della pandemia sul territorio di Pescara.

“I numeri parlano chiaro – ha sottolineato Rapposelli -: il 14 gennaio scorso, dunque cinque giorni fa gli studenti in quarantena per Covid erano 250; oggi siamo già a mille ragazzi, un’impennata allarmante e preoccupante che ci impone una riflessione su come stavolta le scuole siano state, senza dubbio, un fin troppo facile strumento di diffusione di un virus sicuramente divenuto più contagioso e che in questa quarta ondata sta attaccando in modo incisivo i più giovani. A questo punto mi pare assurdo continuare a giocare una sorta di roulette russa esponendo i ragazzi al rischio di contagio, soprattutto se consideriamo che con ogni probabilità da lunedì prossimo l’Abruzzo e quindi Pescara entreranno ufficialmente in zona arancione, a testimoniare l’aggravarsi della situazione e della diffusione del virus. Propongo dunque di chiudere le scuole in presenza per almeno una o due settimane e, nel frattempo, di sfruttare il tempo a disposizione per organizzare lo screening obbligatorio di massa per tutta la popolazione studentesca”.

LA SITUAZIONE IN PROVINCIA

Sono 180, in costante e rapido aumento, le classi scolastiche in quarantena in tutta la provincia a causa della positività al Covid di alunni e docenti. Del totale, 80 classi appartengono alla scuola dell’infanzia, 60 alla primaria e 40 alle secondarie. Proprio le secondarie, nonostante il minor numeri di classi, sono quelle che contano più studenti in quarantena.

La Asl di Pescara, come sta avvenendo in tutta Italia, fa fatica a gestire e a tracciare numeri così elevati. Proprio per questo, si apprende, dei due tamponi che, in base ai protocolli, andrebbero fatti agli studenti – uno all’inizio della quarantena e uno dopo cinque giorni – se ne sta facendo uno solo e cioè quello a cinque giorni. Le difficoltà registrate sono state segnalate anche agli uffici della Regione Abruzzo.

Proprio in relazione alla situazione scuole, che sta creando non pochi disagi e polemiche, in una nota diffusa dal Comune il sindaco di Pescara, Carlo Masci, e l’assessore alla pubblica istruzione, Gianni Santilli, informano la cittadinanza che “la Prefettura si è espressa ribadendo che l’art. 16 del D.L. 24 dicembre 2021 n. 221 proroga fino al 31 marzo le disposizioni ex D.L. 6 agosto 2021 n. 111 e ‘non solo limita il potere di ordinanza dei sindaci alla sola zona rossa, ma lo subordina al parere delle competenti autorità sanitarie’. Questo, peraltro – viene sottolineato – ‘in relazione a circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus nella popolazione scolastica, nonché al rispetto dei princìpi di adeguatezza e proporzionalità”.

“In riferimento all”attività scolastica e potere di ordinanza dei sindaci’, oggetto della nota a firma del Prefetto Giancarlo Di Vincenzo – prosegue il comunicato del Comune – ‘il decreto legge n. 11 del gennaio 2022, nel far seguito alla previgente disciplina, con particolare riferimento alla situazione scolastica, ha fornito ulteriori indicazioni analitiche e di dettaglio per fronteggiare l’emergenza legata al Covid-19, con la conseguenza che non residua spazio per disciplinare diversamente, se non nei casi espressamente previsti dalla normativa primaria, l’attività scolastica in stato di emergenza sanitaria’”.

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