Questo pomeriggio alle 15 si terrà una cerimonia a cui parteciperanno i parenti delle vittime. Proprio nelle ultime ore il Procuratore della Repubblica di Pescara Giuseppe Bellelli aveva assicurato un calendario di udienze serrato per arrivare ad una sentenza in tempi brevi.
“Noi lottiamo da 5 anni per dare giustizia ai nostri angeli e per far sì che mai più si ripeta quello che è successo a Rigopiano”, hanno scritto in una nota i promotori del comitato vittime. “Ora più che mai abbiamo bisogno del vostro contributo, affinché non si spengano i riflettori su una tragedia italiana che si poteva e si doveva evitare”, hanno insistito riferendosi ai media.
Tra i presenti anche i volontari del Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese i quali hanno voluto ricordare “Un’esperienza terribile, che – sottolinea il presidente Daniele Perilli – ha segnato tutti noi soccorritori. Ritrovare però alcuni ospiti dell’hotel ancora vivi è stato emozionante per chi come noi ha partecipato alle ricerche fin dalle prime ore, anche se siamo e saremo sempre vicini alle famiglie delle 29 persone rimaste uccise dalla valanga. A questi 29 angeli se ne aggiungono altri 4, vittime della furia del Velino, di cui il 25 gennaio ricorre il primo triste anniversario”.
“Se, da un lato, c’è la giustizia che deve ancora fare il proprio corso e l’auspicio non può che essere quello che si giunga presto all’individuazione delle responsabilità, e dall’altro c’è l’aspetto umano che non può che vedermi al fianco di chi ha perso i propri cari, non va mai dimenticato che nel mezzo c’è il lavoro quotidiano di chi è chiamato a far sì che tragedie del genere non si ripetano più, soprattutto se ci si trova investiti di responsabilità istituzionali”: così l’assessore regionale alle Aree interne, Guido Liris. “Oggi, possiamo dire che tragedie come quella di Rigopiano o, più recentemente, del monte Velino, ci hanno insegnato molto sul tema della sicurezza”, conclude Liris, “aumentando la consapevolezza anche delle istituzioni che devono essere investite delle loro responsabilità”.
A ricordare la tragedia del 18 gennaio del 2017 è Fabio Pellegrini, 47 anni, di Loreto Aprutino, fra i primi ad arrivare con ai piedi un paio di sci quel giorno sul luogo del disastro: “Ero qui quella notte e ricordo delle immagini strazianti che non avrei mai voluto vedere. Quelle immagini ritornano spesso e non solo in questi giorni. Il mio pensiero va a quella notte e a quei giorni e ai familiari delle 29 vittime. Con Giampiero Parete (uno dei superstiti) è nata una bella amicizia ma anche con altri. Queste persone vogliono giustizia, vogliono sapere quello che è accaduto ed è dura per loro dover convivere ogni giorno con questo dolore”.