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Pescara, la protesta dei pensionati contro i tagli: #NonSiamoSereni

Pescara. “Nonni per il lavoro” e “Largo ai giovani”: sono le due scritte presenti sulle pettorine dei pensionati che stamani hanno manifestato a Pescara. Alcune centinaia di persone hanno presidiato l’area antistante la sede della Regione Abruzzo, in viale Bovio, per chiedere in particolare risorse per il sociale.

L’iniziativa, promossa da Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, rientra nell’ambito della mobilitazione nazionale “#NonSiamoSereni” promossa dai sindacati per chiedere “la riduzione delle tasse locali, interventi concreti per le famiglie in difficolta’ economiche e per le persone non autosufficienti”, come si legge in una nota sindacale, “e per riportare l’attenzione del Governo e delle istituzioni locali, a partire dalle Regioni, sulle pensionate e sui pensionati sempre piu’ colpiti duramente dalla crisi”.

“I tagli dei governi al sociale e alla sanità”, sostiene Luigi Pietrosimone, segretario dei pensionato della Cisl, “rendono insostenibile l’esistenza di centinaia di famiglie ed impoveriscono i nostri territori. In Italia quasi il 30 per cento degli anziani e’ a rischio poverta’ o esclusione sociale. Il 19,2 per cento delle famiglie abruzzesi corre il pericolo di non arrivare a fine mese e 370 mila pensionati abruzzesi sono costretti a vivere con una pensione media di poco superiore ai 600 euro al mese. Noi pensionato siamo terribilmente arrabbiati e stanchi delle solite promesse. Vogliamo risposte concrete e politiche a sostegno dei pensionati e degli anziani, a partire proprio dall’estensione del bonus di 80 euro”.

“Vogliamo rappresentare al presidente della Regione D’Alfonso – aggiunge il segretario della Cisl – la nostra forte preoccupazione sui tagli alla sanita’ e agli enti locali previsti dalla Legge di stabilita’, con il possibile conseguente inasprimento della tassazione locale”. Secondo Pietrosimone, ” oggi piu’ che mai c’e’ assoluto bisogno di interventi immediati e strutturali per avviare la costruzione di un sistema di welfare regionale organico. La Regione – conclude – deve aprire un confronto con i sindacati per evitare che nel processo di riforma anche le poche certezze di oggi vengano smantellate e per l’individuazione di risorse concrete, certe e stabili, capaci di garantire la continuita’ dei servizi socio assistenziali alle persone anziane”.