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Bussi, la Cassazione respinge i ricorsi: Edison deve bonificare la discarica

Bussi sul Tirino. La Corte di cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla Edison, appellatasi sia a  Tar che a Consiglio di Stato, sulle sentenze di colpevolezza per la “discarica dei veleni” di Bussi sul Tirino.

La Edison, ora, dovrà procedere alla bonifica dei siti inquinati, così come già ordinato dalla Provincia di Pescara in seguito ai pronunciamenti dei tribunali amministrativi.

La Provincia aveva intimato alla Edison di “provvedere a continuare ed eventualmente integrare le misure di prevenzione in atto nelle aree e nelle acque di falda sottostante e di adottare tempestivamente le misure di messa in sicurezza… e di rimuovere tutti i rifiuti depositati in modo incontrollato” e rimuovere altre fonti di contaminazione e di provvedere alla bonifica dell’area. La Edison si era a sua volta difesa affermando che la questione aspettasse alla Solvay che era subentrata nella conduzione dello stabilimento chimico di Bussi.

“Con l’ordinanza della Cassazione di oggi termina il can can giudiziario messo in piedi da Edison contro l’atto della provincia di Pescara che nel 2018 l’aveva individuata come responsabile della contaminazione delle discariche 2Ae 2B a Bussi come erede di Montedison”, commenta il Forum H2o, “Edison è stata bocciata sul punto dal Tar, due volte dal Consiglio di Stato (a cui aveva chiesto la revoca della prima sentenza) e ora pure dalla Cassazione. Si conferma quindi la bontà dell’azione della provincia e dell’Avvocatura dello Stato che ha difeso gli enti. Edison avrebbe fatto meglio ad adoperarsi da subito per la bonifica invece di lanciarsi, peraltro usando parole di fuoco del tutto fuori luogo, in questa inutile battaglia giudiziaria”.
“Ora, invitiamo gli enti a individuare il soggetto responsabile dell’inquinamento per tutte le nuove aree che purtroppo si stanno rivelando contaminate a seguito delle verifiche dell’ARTA, oltre a quelle per le quali il responsabile è stato già individuato. Parliamo di altri siti con rifiuti e contaminazione dei terreni nonché dei sedimenti fluviali. Resta molto lavoro da fare anche in questo senso. Sono passaggi fondamentali perché dare un nome e un cognome al responsabile significa fare andare avanti le procedure per le bonifiche” conclude il Forum H2O.
La sentenza della Cassazione mette un sigillo finale sulla responsabilità dell’inquinamento dell’area e apre la strada al risarcimento civile, causa che è ferma dal 20 gennaio 2020 presso il tribunale dell’Aquila che non ha ancora sciolto la riserva sulle istanze processuali delle parti, a distanza di quasi due anni.