Cepagatti. “Serve una nuova legislazione che impedisca senza se e senza ma che una multinazionale possa chiudere o delocalizzare dalla mattina alla sera un impianto.
Specie quando fa ancora profitti. Il tema è che oggi non abbiamo gli strumenti per affrontare questa materia, ossia multinazionali che stanno sul territorio, acquisiscono competenze e profitti e poi se ne vanno”.
Lo ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini durante il suo incontro con gli operai della Riello di Cepagatti, azienda che verrà chiusa per decisione della multinazionale americana proprietaria del marchio che ha già delocalizzato la produzione i Polonia e al nord d’Italia, licenziando oltre 130 operai.
Per Landini mancano i modi per “la difesa di un territorio già frustrato dalla crisi, perché qui non si tratta solo di perdita del lavoro – ha spiegato davanti ai cancelli della multinazionale – ma di competenze e si fa una violenza. Riello non è in crisi, si riorganizza per profitto e quindi non si tratta solo di soldi o di lotte per ‘restare’, ma serve un impegno per la continuità aziendale e produttiva. Ed è questo quello che chiediamo al Governo: di cambiare le leggi sbagliate nel modo del lavoro e fare in modo. ora che arrivano i soldi del Pnrr, di costruire un futuro industriale nel nostro paese”.