Come scoperto dai carabinieri, l’indagata, occupando il sedime della vecchia Tiburtina Valeria, usava un marchio contraffatto EPAL, un ingegnoso cliché artigianale per la marchiatura a fuoco alimentato da una bombola a gas, rinvenuto durante la perquisizione, per “rigenerare” o realizzare bancali in legno del tutto falsificati; inoltre recuperava i pallet danneggiati in assenza di qualsivoglia autorizzazione per la gestione dei rifiuti, abbandonando gli scarti del legno lungo la scarpata della strada comunale, aumentando anche il rischio di incendio della zona boschiva circostante.
L’indagine, iniziata nella primavera scorsa su segnalazione di un cittadino del posto, ha portato al sequestro di materiali contraffatti, tra cui 1 timbro metallico ovale per il marcaggio a fuoco dei pallets con relativa bombola di gas, 25 slitte EPAL, 198 blocchi con marchio EPAL, 234 bancali EPAL riparati e marchiati, oltre a circa 6.000 altri bancali in legno non direttamente utilizzabili (rifiuti), accumulati lungo il sedime stradale.
Alle operazioni di perquisizione ha partecipato anche un perito ispettore del Consorzio Servizi Legno Sughero – Conlegno, l’organizzazione che raccoglie e tutela le aziende del settore del legno e che impone determinate caratteristiche costruttive ai prodotti degli associati, appositamente nominato ausiliario di polizia giudiziaria, per poter individuare tutto il materiale contraffatto, lavorato dalla ditta di legnami.
Tutto il materiale legnoso sequestrato è stato affidato in giudiziale custodia ad un dipendente dell’Amministrazione comunale di Turrivalignani, a cui spetta la gestione del sedime stradale occupato dai rifiuti.
“L’indagata”, ha dichiarato il Comandante del Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara, “per il momento rischia la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa da euro 2.500 a euro 25.000 per la contraffazione, oltre all’arresto da tre mesi a un anno o l’ammenda da 2600 a 26mila euro per la gestione illecita dei rifiuti non pericolosi”.