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Pescara, centro psichiatrico diurno: i lavoratori contro la Asl per la “chiusura in 24 ore”

Pescara. La Fp Cgil Pescara denuncia il “grave comportamento assunto dalla Asl di
Pescara, poiché, in spregio a tutti gli affidamenti e accordi presi e sottoscritti in sede istituzionale ha sentenziato la chiusura del Centro Diurno Integrato con il gravissimo rischio di lasciare i lavoratori e le loro famiglie senza lavoro e reddito”.

La vicenda è quella relativa alla chiusura del Centro diurno di via Vespucci: il sindacato ha tenuto ieri una conferenza stampa davanti alla struttura, parlando di un atteggiamento “lesivo della dignità dei lavoratori impegnati nel servizio, dei pazienti psichiatrici ed in spregio a tutti gli affidamenti e accordi sottoscritti nelle sedi Istituzionali deputate”. Un atteggiamento che “denota una grave irresponsabilità della Asl di Pescara , anche nei confronti delle Istituzioni”.

L’avvocato dei 27 lavoratori, Lola Aristone, si definisce “sorpresa dell’atteggiamento della Asl, che ha sconfessato i suoi rappresentanti e che non ha avuto rispetto dei tavoli istituzionali e delle parti sociali, il tutto sulla pelle dei lavoratori e dei pazienti psichiatrici. Se non vengono salvati tutti i 27 posti di lavoro – aggiunge – ci sono gli estremi per adire alla magistratuta del lavoro. Ci sono dei principi che sono stati violati, a partire dalla buona fede e dalla correttezza”, conclude il legale.

Alla protesta, la Asl ha risposto con un comunicato con il quale torna a specificare che “il Centro è collocato in un immobile non di proprietà della ASL, ma acquisito con contratto di locazione dalla cooperativa La Rondine, in via sperimentale, che non ha i requisiti strutturali per svolgere attività sanitarie di una struttura con assistenza h 24”.

“La tipologia di struttura realizzata, inoltre, non è prevista dall’attuale normativa nazionale e regionale, secondo cui sono stabilite quattro tipologie di strutture residenziali psichiatriche ben definite nei contenuti riabilitativi e nei requisiti strutturali e di personale”, prosegue la replica, “La Asl, dovendo garantire assistenza ai pazienti presi in carico, ha bandito nuova gara nel rispetto della normativa attuale ed ha proceduto alla individuazione di strutture e servizi residenziali e semiresidenziali più appropriati per consentire un’assistenza di qualità in favore della popolazione psichiatrica dell’area urbana pescarese e non solo”.

Riguardo le presunte lesioni nei confronti dei lavoratori e dei pazienti, l’azienda sanitaria aggiunge: “Non è stato arrecato alcun danno o pregiudizio ai due pazienti psichiatrici per la chiusura della struttura poiché gli stessi dopo aver rifiutato ripetutamente setting più  idonei alle loro condizioni sono stati dimessi e la stessa dimissione è  stata comunicata con largo anticipo per eventuali ripensamenti ai pazienti, agli amministratori di sostegno oltre che alle istituzioni competenti (Giudice tutelare del Tribunale di Pescara ), in modo che gli stessi potessero trovare una idonea collocazione ( l’iter è iniziato per un paziente a maggio, per l’altro a giugno 2021. Riguardo alla situazione dei lavoratori, la ASL di Pescara ha posto in essere tutte le misure a garanzia dei lavoratori prevista dalla normativa vigente, tuttavia rimane nella facoltà dell’appaltatore entrante, riorganizzare il servizio secondo le proprie strategie imprenditoriali, nel rispetto delle esigenze espresse dalla ASL che ha inserito la clausola sociale per tutti i lavoratori della cooperativa, ivi inclusi quelli riferibili al centro diurno integrato. Come noto anche alla cooperativa che è subentrata, il centro diurno integrato non è annoverato tra le tipologie di setting previste dalla normativa regionale e nazionale e non poteva essere inserito nell’ appalto così come non era stato inserito nel precedente, oggetto di recente indagine penale per corruzione”.

La nota della Asl conclude: “Ogni accusa circa una presunta lesione dell’affidamento dei lavoratori come delle istituzioni è, pertanto, da escludere categoricamente”.

Sul caso interviene anche il consigliere regionale Pd Antonio Blasioli, che si dice “attonito dalla risposta che la ASL”. Vengono sostanzialmente disattesi gli impegni presi dinanzi all’Ispettorato territoriale del Lavoro il 14 settembre scorso e dinanzi al Prefetto di Pescara il 5 agosto”, sostiene Blasioli, “e così, senza attendere la riconvocazione dinanzi all’Ispettorato, prevista al 4 ottobre, con comunicazione del 21 settembre la ASL chiude, a partire da oggi, il Centro Diurno Integrato di via Vespucci con 4 posti letto, dove i pazienti psichiatrici venivano sottoposti a dei percorsi di recupero”.

“Mi è stato raccontato”, riferisce il Dem, “come sono stati trattati-allontanati i pazienti nella loro dimissione dalla struttura, con comunicazione definitiva data solo 24 ore prima e, tra l’altro, questa mattina c’è ancora un paziente che deve lasciare la struttura e non sa dove dovrà andare. Fortunatamente, dopo un mio intervento, la ASL mi ha assicurato che il Centro di salute mentale proverà a convincere la persona ad accettare altra destinazione e spero che ciò porti a risultati”.

“Sperando che sia salvaguardata l’incolumità dell’unico ospite rimasto nella struttura di via Vespucci, chiedo che la cooperativa uscente, quella subentrante e la politica regionale possano sedersi ad un tavolo ben prima del 4 ottobre, data fissata per il nuovo incontro all’Ispettorato del lavoro, al fine di trovare la giusta salvaguardia dei dipendenti e definire impegni futuri affinché una città come Pescara abbia una Casa Famiglia Psichiatrica, altrimenti non escludo che della situazione complessa ma anche grave, possano essere informate le alte cariche istituzionali attese in città martedì”, conclude Blasioli.