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Terme Caramanico, domani l’udienza prefallimentare

Caramanico Terme. Si terrà domani, in tribunale a Pescara, l’udienza istruttoria prefallimentare per la Società Delle Terme s.r.l. che per anni ha gestito le Terme di Caramanico, impianto fermo ormai da circa un anno.

L’udienza, che sarà condotta dal giudice delegato del tribunale Elio Bongrazio, era stata fissata in un primo momento per l’11 novembre 2021, ma su richiesta dell”amministratore giudiziario della società, Guglielmo Lancasteri, vista la delicatezza e urgenza della situazione, è stata anticipata al 23 settembre.

Nel corso dell’udienza sono previsti l’audizione dell’amministratore giudiziario e l’esame dei documenti presentati a supporto dell’istanza di fallimento. L’istanza stessa fu presentata da Lancasteri su autorizzazione del Tribunale delle Imprese dell’Aquila. Sarà presente anche l’avvocato Michela Di Iorio che il 21 agosto scorso ha depositato l’istanza di fallimento insieme alle relazioni/denunzie dei revisori contabili (ex art. 2409 c.c.) dalle quali scaturirono la revoca dell’amministratore della società e la successiva nomina dell’amministratore giudiziario.

Il giudice delegato riferirà al collegio, seguirà la decisione del tribunale, probabilmente per l’esercizio provvisorio per consentire i primi passi verso il ripristino delle attività termali, in particolare la definizione della sorte degli undici dipendenti, tutti attualmente in cassa integrazione in scadenza il prossimo 15 ottobre, cig peraltro non rinnovabile. Dipendenti che questa mattina stessa incontreranno Lancasteri a Caramanico Terme. Per loro l’esercizio provvisorio, previo accordo sindacale, significherebbe tornare a svolgere mansioni indispensabili anche a recuperare gli impianti della stazione termale, senza manutenzione ormai da mesi.

Le Terme di Caramanico sorgono in un luogo dove dal 1576 si sfruttano, per la cura di varie patologie, le sorgenti solfuree e oligominerali, punto di riferimento non solo in Abruzzo, ma per l’intero Centro Italia. Lo stop delle attività si è quindi tradotto in una delicata questione sanitaria, oltreché territoriale, con gravi ripercussioni sul turismo nel borgo nel cuore del Parco Nazionale della Maiella.