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Via Cucchi a Pescara: è bagarre tra politici e poliziotti

Pescara. Sindacati di polizia e Forza Italia contro Pd e Sel: questi li schieramenti sorti a fare polemica circa la proposta di intitolare una strada della città di Pescara alla memoria di Stefano Cucchi, presunta vittima di un pestaggio da parte dei poliziotti che lo avevano in custodia e che, pochi giorni fa, la Corte di Appello ha giudicato non essere mai avvenuto.

La proposta era stata lanciata negli ultimi giorni dal consigliere comunale Democratico Francesco Pagnanelli e, mentre sul social network aveva raccolto un discreto successo, in breve tempo ha suscitato la reazione irritata di Alessandro Rosito, segretario regionale del sindacato di polizia Cois, e  Donato Fioriti, presidente nazionale e pro tempore per l’Abruzzo del Centro Italiano di Proposta ed Azione Sociale: “Intitolare una via al ricordo di una persona deceduta dopo essere stata arrestata per droga: Qual è il senso?”, si chiedono i due aggiungendo: “Quanti leali e valorosi appartenenti alle Forze dell’Ordine il cui sangue è stato versato barbaramente mentre erano in servizio, sono stati lasciati assieme alle loro famiglie nell’oblio più assoluto e senza alcun serio supporto economico? Forse che i tutori dell’ordine devono morire per contratto e quindi la loro dipartita non conta?”.

Contro-reazione, in appoggio a Pagnanelli, da parte di Sel:” Cosa centra chi è morto in servizio con il caso di Stefano Cucchi? Perchè spostare la discussione su altri argomenti invece di affrontare una questione per volta?”, interroga una nota del coordinamento provinciale. “Qui nessuno è contro le forze dell’ordine, ma chi sbaglia dev’essere perseguito a norma di legge e”, sostengono i vendoliani, “a meno che non si creda che Cucchi si sia picchiato da solo, qualcuno è Stato e questo qualcuno dev’essere smascherato e assicurato alla giustizia in nome di quegli stessi valori che il corpo di Polizia intende difendere”.

Di tutt’altro avviso il vice capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Vincenzo D’Incecco. “Le strade vanno intitolate”, commenta il consigliere, “a personaggi che hanno dato lustro alla città, che si sono distinti per meriti particolari, che hanno raggiunto livelli di professionalità ed eccellenza a livello internazionale, nazionale e locale, uomini e donne che sono considerati un esempio per le giovani generazioni. E questo non è il caso in questione. Con questa proposta si cerca di andare dietro alla emotività del momento, di far apparire negativamente le forze dell’ordine, e di creare una frattura tra Stato e cittadini” “La politica – conclude D’Incecco – in queste situazioni dovrebbe rimanere in silenzio per permettere il sereno svolgimento di tutte le fasi processuali, e soprattutto per non cavalcare e strumentalizzare il dolore dei familiari del giovane Cucchi e di tutti coloro che hanno perso i propri cari, senza purtroppo trovare i colpevoli”.

Non tace, invece, il presidente del consiglio comunale Antonio Blasioli, puntuale a ricordare che “la medesima proposta è stata avanzata anche nei Comuni di Roma, Torino, Bologna, Milano e Firenze”. “Un’iniziativa”, aggiunge poi, “che, ritengo, abbia come unico obiettivo, dato che la normativa non consente intitolazioni a persone decedute da meno di dieci anni, quello di non spegnere i riflettori, l’attenzione e il dibattito su quella che reputo essere una morte oscena e ingiusta. ucchi, infatti, non è semplicemente una persona arrestata per droga, ma un ragazzo di trent’anni morto mentre era nelle mani dello Stato, in custodia cautelare. Credo che sia doveroso per la sua famiglia, per tutti gli italiani e in nome della democrazia fare chiarezza su quanto avvenuto nelle ore che hanno preceduto il suo decesso”.