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Processo Discarica Bussi, la teoria di Biancaneve dell’ex Ministro Severino e la mappa dei tumori

Chieti. “Senza norme di eco-tutela durante la realizzazione della discarica Tremonti (’63-’71), il sito è da ritenersi legittimo”. Lo sostiene il legale di uno dei 19 imputati in Assise a Chieti sulle discariche dei veleni a Bussi. In Aula l’ex ministro Severino legale di un altro imputato ha citato Biancaneve e la strega per il nesso di casualità tra il dare la mela avvelenata e la morte. Intanto uno studio dice che l’incidenza a Bussi e Popoli è sopra media.

L’incidenza dei tumori negli undici comuni della Val Pescara che rientrano nel Sito di interesse nazionale (Sin) per la vicenda della megadiscarica dei veleni della Montedison è al di sotto della media regionale, pari a cento, mentre solo i comuni di Bussi sul Tirino e Popoli, superano tale media, rispettivamente con 117 e 110. È quanto emerge dalla mappa dei tumori realizzata dall’Agenzia sanitaria regionale (Asr), su richiesta del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso. Tale studio, secondo quanto appreso, relativo agli anni 2004-2013, fa da preludio alla creazione del registro dei tumori, di cui il governatore ha parlato nel corso del convegno che si è svolto nel pomeriggio a Bussi organizzato dal Gruppo Pd alla Camera.

“Sulle immotivate accuse lanciatemi dal presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo, è opportuno fare chiarezza, per onestà intellettuale e per dire agli abruzzesi come stanno realmente le cose”. Così in una nota l’assessore regionale all’Ambiente, Mario Mazzocca, replica alle dichiarazioni rilasciate da Febbo a proposito della mancata partecipazione alla seduta di Commissione dove si è discusso della vicenda relativa alla bonifica di Bussi e al progetto di reindustrializzazione. “Capisco che Febbo sia distratto dalle difficoltà del suo partito che investono anche la sua leadership – spiega Mazzocca – ma ciò non giustifica l’iniziativa di convocare una conferenza stampa infiocchettata da notizie prive di fondamento, dove, in realtà, emerge solo una scarsa conoscenza delle problematiche inerenti il sito di Bussi. Del resto, è facilmente riscontrabile come l’ex giunta regionale, di cui Febbo è stato un autorevole esponente, si sia distinta a riguardo per lassismo e incapacità di fornire soluzioni adeguate, rispondenti alle necessità del territorio. Le accuse relative ad una mia presunta volontà di sottrarmi al dialogo e al confronto vanno rispedite al mittente. Si tratta di condotte e modus operandi che non hanno nulla a che vedere con il mio personale bagaglio politico e culturale, né tantomeno con lo schieramento politico al quale appartengo, SEL, che anzi della dialettica e del dibattito ha sempre fatto un punto di forza. Spiace dover constatare che le emergenze ambientali ereditate dalla passata giunta di centro-destra sono numerose e alcune di esse di elevata gravità. Quanto ai motivi della mia assenza nella seduta consiliare sono presto detti: l’8 ottobre ho rappresentato la Regione Abruzzo al Ministero nell’ambito di una conferenza fiume sull’elettrodotto della Snam. Il 22 ottobre, invece, ero stato convocato nella riunione dell’Autorità di Bacino del Fiume Tronto. Assenze, peraltro, che avevo provveduto a comunicare allo stesso Presidente della Commissione di Vigilanza. Tutto ciò che esula da questi incontrovertibili accadimenti è palesemente falso e frutto di illegittime manipolazioni. Sulla mia volontà di aprire un confronto vero e proficuo a proposito del destino di Bussi testimonia la convocazione, per la prima volta, di un tavolo di confronto con le associazioni ambientaliste, l’amministrazione comunale, l’università e tutti i soggetti interessati. Tutto il resto rientra nel novero delle illazioni e delle argomentazioni pretestuose, frutto di una cultura politica a noi del tutto estranea. Sono pronto, nella seduta di Commissione convocata per il prossimo 5 novembre, a relazionare su quanto fatto dalla Regione in questi primi mesi di governo, consapevole di poter facilmente dimostrare quanto finora affermato. A differenza di altri, che si fanno scudo con dichiarazioni di facciata dietro le quali si cela solo il vuoto di azioni e provvedimenti che avrebbero potuto, all’epoca, esser risolutivii”.