Nel video ci sono giovani e giovanissimi, all’apparenza sotto effetto di alcool o sostanze psicotrope, probabilmente in orario di coprifuoco, che urlano scompostamente slogan e due di loro si fanno riprendere mentre urinano contro il portale dell’istituto intitolato a Gabriele D’Annunzio dopo aver millantato con un coretto l’intenzione di dare fuoco alla struttura e bestemmiato.
“La Polizia Postale – ha spiegato il sindaco al quale sono stati inoltrati due frammenti video del raid – ha tutte le professionalità e le competenza per individuare i vandali ed esagitati che in un video purtroppo virale si vantano di un raid oltraggioso e inqualificabile all’esterno del Liceo classico, offendendo profondamente Pescara e i pescaresi”. Masci provvederà a sporgere immediatamente denuncia contro ignoti a tutela della città.
“Per loro un gesto di sfida alle regole del vivere civile, per noi tutti un atto ignobile, intollerabile e ingiustificabile – continua il sindaco – . Si sono ripresi con orgoglio e a viso scoperto nel loro delirio, mettendo in rete ciò che nella loro distorta percezione della realtà è un atto di protagonismo di cui andare fieri. Non possiamo pertanto considerare l’episodio come una bravata o come una goliardata. Quanto accaduto è espressione di delinquenza comune con vaneggianti, folli e vergognose venature politiche condite da parole blasfeme. Pescara non merita tutto questo. Nel sistema anglosassone, una volta individuati, i responsabili sarebbero condannati a frequentare le lezioni proprio nella scuola da essi offesa. Dobbiamo moltiplicare gli sforzi per combattere l’ignoranza, l’incultura e l’emarginazione da cui si originano questi episodi di intolleranza e di prevaricazione. Che vanno condannati con fermezza da tutti, senza ‘se’ e senza ‘ma’».
E nella tarda mattinata, la Questura di Pescara ha già individuato i primi nomi dei giovanissimi: nelle prossime ore verranno ascoltati. La Polizia è al lavoro sull’accaduto già dalla prima mattina. I social network ed il video divenuto virale hanno agevolato l’attività investigativa della Digos, consentendo di arrivare rapidamente ai nomi di alcuni dei ragazzi presenti durante il raid