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Maiella-Morrone, comunità montana indebitata:”E’ allarme sociale”

Pescara. E’ la Segreteria provinciale Cgil Funzione Pubblica a denunciare, in una nota, che “la situazione dei servizi sociali nell’area dell’ex Comunità Montana Maiella e Morrone sta precipitando drasticamente”, e di “allarme sociale” parla il responsabile di Cgil Fp, Stefano Di Domizio.“Su questo territorio”, riferisce Di Domizio, “i servizi sociali sono garantiti dalla società Maiella Morrone di proprietà della Comunità Montana. Ebbene, i circa 70 dipendenti della società sono fermi con gli stipendi al mese di marzo; ciononostante fino ad oggi hanno continuato ad assicurare con grande sacrificio i servizi essenziali del Piano Sociale che riguardano centinaia di persone. Si tratta di assistenza ad anziani e disabili, sia a casa che nelle scuole, di assistenza a famiglie disagiate con minori a rischio e a tutte le tipologie di persone svantaggiate sul territorio. Si ricorda che sono Servizi Essenziali, la cui interruzione comporta responsabilità molto pesanti”.

“Normalmente “, prosegue la nota sindacale, “la Comunità Montana riceve i finanziamenti relativi ai servizi dalla Regione e dai Comuni del territorio e provvede a girarli alla società che ci paga stipendi ed altre spese di gestione. Negli ultimi mesi la Comunità Montana, pur avendo a disposizione somme ingenti, non ha potuto girare alla Società alcunchè perché sussiste un forte debito di quest’ultima nei confronti Equitalia. A questo proposito è stata avviata una trattativa e, risulta, che Equitalia sarebbe stata disponibile ad accettare una rateizzazione del debito a fronte di formale certificazione dello stesso, consentendo così di pagare contemporaneamente gli stipendi arretrati o parte di essi. Giovedì scorso la procedura sembrava felicemente conclusa grazie ad un incontro tra rappresentanti della Regione, della Comunità Montana e della Società che (risulta) si erano accordati su come procedere alla certificazione; tanto più che la Regione, il giorno successivo pubblicava un comunicato sul proprio sito istituzionale nel quale valorizzava l’operato della Società e ribadiva il proprio impegno alla soluzione delle problematiche economiche, mentre contemporaneamente la Società informava della positiva conclusione delle procedure gli operatori che finalmente intravedevano l’arrivo nei giorni successivi dei tanto attesi stipendi. Oggi la doccia fredda. La documentazione inoltrata dalla Regione al Commissario della Comunità Montana, da quanto si è riusciti ad appurare, sembra non essere idonea a consentire la certificazione nei confronti di Equitalia, poiché non riconosce in maniera precisa il debito della Regione in favore dell’ambito sociale. Questo sembra far venir meno le garanzie del pagamento degli stipendi ai dipendenti; l’effetto psicologico sul personale, stremato da mesi di sacrifici, è stato devastante. I lavoratori non hanno più gli strumenti materiali né la sufficiente lucidità per far fronte agli impegni lavorativi e non è da escludere che la gran parte di loro possa fermarsi. Inoltre Equitalia potrebbe procedere al pignoramento dei liquidi presenti in Comunità Montana sin dalla prossimo lunedì con conseguente avvio delle procedure di liquidazione della Società”.

“Infine”, aggiunge Di Domizio, “il 31 ottobre scade l’affidamento dei servizi che a tutt’oggi e in regime di proroga mensile. Sono tutti scenari cui consegue il rischio del blocco sine die di servizi essenziali. La FP CGIL, ha richiesto al Prefetto di Pescara di convocare un incontro urgente con gli altri attori istituzionali, affinché si cerchi in termini brevissimi una soluzione. Ha richiesto altresì, di essere ricevuta insieme ad una delegazione di dipendenti dall’assessore regionale Marinella Sclocco giovedì pomeriggio, affinché si cerchi una soluzione politica, in concomitanza ad una mobilitazione dei lavoratori che si terrà a partire dalle ore 15 davanti all’assessorato in viale Bovio a Pescara. La FP CGIL”, conclude Di Domizio, “ritiene fondamentale fare tutto il possibile per evitare i pericolosi risvolti sociali e di ordine pubblico collegati ad una possibile paralisi dei servizi, oltre alle problematiche dei lavoratori che, si ricorda, rischiano numerosi stipendi ed il posto di lavoro”.