Pescara, esercenti e ristoratori: “Stop al regolamento anti-rumore”

Pescara. “Stop alla discussione sul regolamento con il quale il Comune di Pescara vorrebbe imporre una pesante restrizione alle attività di intrattenimento offerte dai pubblici esercizi anche nei mesi estivi, come l’impossibilità di svolgere più di una serata musicale al mese per gli stabilimenti balneari, lo stop alle 24 per tutti i concerti anche al chiuso, non più di una serata musicale al settimana per ristoranti e gelaterie”.

Lo hanno chiesto formalmente al sindaco Carlo Masci ed ai capigruppo consiliari del Comune di Pescara i presidenti di Confesercenti, Cna, Confcommercio e Confartigianato, rispettivamente Raffaele Fava, Cristian Odoardi, Riccardo Padovano e Giancarlo Di Blasio, dopo le anticipazioni sul nuovo regolamento comunale contro l’inquinamento acustico.

“Alcune misure contenute del Regolamento, nel cui dettaglio non si è entrati nel corso dell’unica riunione tenuta nella scorsa estate su questo tema”, affermano le associazioni di categoria, “rischiano di minare alle fondamenta la vocazione terziaria di Pescara, per di più in un momento storico nel quale proprio gli esercizi pubblici hanno più bisogno di sostegno da parte delle amministrazioni”.

“Nella proposta di Regolamento che il Consiglio comunale dovrà votare infatti è riportato, fra le altre misure, che i concerti al chiuso ed all’aperto, le attività delle discoteche, le attività di intrattenimento come piano bar e attività di supporto a bar, gelaterie e ristoranti debbano terminare entro le 24 e si possano svolgere sostanzialmente una volta al mese o, in alcuni casi, una volta a settimana. È del tutto evidente – spiegano i presidenti di Confesercenti, Cna, Confcommercio e Confartigianato – che l’applicazione rigida di tali misure comporterà l’eliminazione di una importante offerta integrativa dei pubblici esercizi pescaresi (basti pensare agli effetti sugli stabilimenti balneari ma non solo) con un progressivo allontanamento di utenti verso le città limitrofe”.

In più, sostengono i presidenti, “viene chiesto ad ogni esercizio di dotarsi di complesse e costose strumentazioni di rilevamento fonometrico, che in un periodo di enorme crisi economica si traduce in un aggravio di costi del tutto evitabile. Riteniamo che regolamentare questo settore senza una approfondita fase di confronto con le imprese sulle quali questi provvedimenti hanno effetti sia un errore che vada sanato”.

Ecco perché le quattro associazioni chiedono di fermare la discussione sulla delibera, prevista per lunedì prossimo, e di aprire un immediato confronto con gli operatori.

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