Da uno dei nuovi documenti Montedison illustrati dal pm Anna Rita Mantini, risalenti al dicembre 1971 e relativo ad un sopralluogo nella discarica Tremonti, si ammetterebbe che le scorie sotterrate sarebbero potute arrivare in profondità. “Il processo potrebbe concludersi qui”, avrebbe commentato la Mantini, ma c’è dell’altro.
Da altri documenti illustrati dal magistrato emergerebbe anche che una società esterna, nel 1993, segnalò a Montedison la grave situazione di inquinamento, sottolineando che le attività erano inadeguate e proponendo investimenti sia per il risanamento che per lo studio degli effetti sulla salute. Su un appunto sequestrato, riconducibile ai vertici Montedison, rispetto allo studio e con riferimento alle vecchie discariche c’è scritto ‘non ci conviene’. Lo studio fu consegnato ad uno degli amministratori della società, oggi imputato, ma Montedison decise di non seguire le indicazioni e di fare internamente “noi”, come si legge sull’appunto sequestrato.
Gli investimenti ambientali da parte di Edison – avrebbe evidenziato il pm – furono ridotti da 36 miliardi di lire del 1991 a sei miliari del 1994, ovvero un sesto. Nel corso della requisitoria, infine, la dottoressa Mantini si è soffermata anche sul “dato dell’omertà” che vi è stata sul caso .rispetto alla scarsita’ di testimonianze che ha potuto raccogliere. Sempre oggi, il pm Giuseppe Bellelli, ha illustrato lo studio della Regione del 2012 sull’incidenza dei tumori sottolineando che Bussi e’ il Comune a piu’ alta incidenza. Il processoconta 19 imputati, quasi tutti ex amministratori e vertici della Montedison, accusati di avvelenamento delle acque e disastro ambientale doloso.