“Con gli imprenditori di questa parte storica di città è nato un percorso per rigenerare la vocazione della zona – ha illustrato l’assessore al Commercio Giacomo Cuzzi – che deve essere attenta a mantenere il livello vocativo elevato, perché la qualità del servizio e dell’offerta diventi attrattore di una modiva bella, sana e capace di rappresentare città e territorio. Il logo è un modello a cui anche l’Amministrazione crede molto, perché si fa portatore di un messaggio positivo e anche perché avvia direttamente con gli operatori per un percorso capace di isolare ed escludere utenze e movida non qualificanti. Promuovendo queste attività rilanciamo le attrattive serali della città e vogliamo puntare su questa iniziativa per dare un segnale anche alle altre zone dedite al divertimento. E’ nostra intenzione avviare un percorso su tutto il territorio, perché questa vocazione commerciale ed enogastronomica, diventi un’attrattiva anche turistica. Da amministratore credo nei consorzi e nelle unioni di via, perché sono passi che conducono verso il centro commerciale naturale a cui ci preme arrivare speditamente per risollevare tutto il comparto cittadino che è in sofferenza. Pescara Vecchia può essere un modello da replicare anche in altre zone della città che vivono una forte espansione e sono convinto che gli imprenditori che operano altrove possano e debbano seguire il cammino positivo che altri hanno già intrapreso. Mi preme sottolineare che il Consorzio non è una deresponsabilizzazione dell’Amministrazione comunale, noi faremo la nostra parte assicurando controlli e rispetto delle regole, ma siamo convinti che interloquire con un soggetto strutturato e unico sia un modo più operativo di procedere a vantaggio di operatori, cittadini e pubblico”.
“Il Consorzio Pescara Vecchia è la somma di tutta una serie di inziative sfociate nel logo che presentiamo oggi – aggiunge Cristian Summa, presidente – Ad oggi sono 40 gli operatori che hanno deciso di impegnarsi a rispettare le regole che ci siamo dati e la concessione del logo è protempore per chi fa parte del Consorzio, in quanto il logo certifica l’adesione a tali regole e chi non le rispetta può vedersi revocare il logo. Abbiamo scelto di procedere secondo questa via perché vogliamo farci portatori di un divertimento sano e di qualità: bisogna servire bevande secondo le regole e cucinare cose buone. E’ una formula che abbiamo sperimentato e che ha funzionato in questi mesi di “rodaggio”, perché ha animato il perimetro rappresentato dal Consorzio e ha qualificato l’offerta di food e beverage. Il logo rappresenta anche una determinaziona geografica che è compresa fra Corso Manthonè, via delle Caserme, piazza Unione, piazza Garibaldi e via Flaiano. Dentro tali confini c’è un ticket per gli operatori che si impegnano a mantenere determinati prezzi a cockail, birre e “cicchetti” e a rispettare tutte le regole di somministrazione. Con l’Amministrazione abbiamo poi intenzione di promuovere il marchio anche attraverso prodotti tipici come l’Aurum per riprendere territorialità e promuovere cultura di beverage e di enogastronomia locale”.