Il consiglio delle sezioni d’Abruzzo di Italia Nostra si è appellato al Comune di Montesilvano, Pescara, Silvi e Chieti in merito alla “distruzione di alberi maturi e vetusti”, che, secondo Italia Nostra, è una “cattiva pratica che favorisce il degrado del territorio”.
“Assistiamo nei nostri territori”, recita la lettera inviata anche a Regione e Anas Abruzzo, e Capitaneria di Porto di Pescara, “a episodi di taglio di numerosi alberi ad opera delle locali Amministrazioni, cui si aggiunge anche la Capitaneria di Porto di Pescara con “ripuliture” sporadiche a danno della spontanea vegetazione ripariale. Analoga circostanza si prospetta nei prossimi giorni a Silvi a discapito di un cospicuo numero di storici pini d’Aleppo per fare spazio ad una via di mobilità sostenibile, una pista ciclabile.
Siamo consapevoli di vivere tempi difficili, con problematiche faticose da risolvere, originatesi da un disequilibrio naturale derivato da azioni umane non più sostenibili. Numerose ricerche scientifiche dimostrano che le pandemie moderne, come l’attuale Covid 19, sono originate dalla distruzione di habitat e/o di nicchie ecologiche che conducono al fenomeno dello spillover/salto intraspecifico/evoluzione delle pandemie, queste ultime facilitate da ambienti degradati e malsani, ovvero inquinati, poco ossigenati e molto antropizzati.
E’ notizia di questi giorni la sentenza della Corte di Giustizia UE che condanna l’Italia per violazione sistematica dei limiti PM10; un tema, quello del rispetto alla qualità dell’aria, che vede al momento per l’Italia tre procedure di infrazione aperte.
Proprio per questo restiamo sconcertati di fronte al perpetuarsi di “cattive pratiche” che direttamente contribuiscono al degrado del nostro territorio locale e regionale da un punto di vista sanitario, ecosistemico, paesaggistico e socio-economico. Ci riferiamo alla distruzione di alberi maturi e vetusti.
Le nostre città, presentano alti livelli di inquinamento atmosferico, eppure si continua ad abbattere alberi, distruggendo reti ecologiche, riducendo la qualità ambientale e cancellando la nostra identità paesaggistica, socio-economica e storico culturale. Queste “best practises” ricomprendono, oltre al taglio degli alberi, le potature mal eseguite ed esiziali per le piante e per gli arbusti, le cosiddette “ripuliture” effettuate nelle aree pubbliche, ad esempio nei giardini o ai margini delle strade, che riducono gli alberi/arbusti in fronde secche e i suoli in terra nuda, aumentando direttamente il pericolo degli incendi e il dissesto idrogeologico.
In luogo di tecnologie moderne, soluzioni sostenibili e scientificamente valide, vediamo invece tagliare alberi monumentali e identitari, viali e filari alberati ai margini delle strade, esemplari grandi e maturi che svolgono funzioni ecosistemiche insostituibili quali: la mitigazione del clima e dei cambiamenti climatici, lo stoccaggio dell’anidride carbonica, la produzione di ossigeno e di sostanza organica, la riduzione dell’inquinamento, la conservazione della biodiversità, alle quali si aggiungono le classiche funzioni come quelle ricreativa e storico-culturale, idrogeologica e produttiva. Tali funzioni sono esercitate da alberi grandi e boschi maturi non da “plantule”, “polloni” o “giovani virgulti”. Da tempo le associazioni culturali e ambientali della nostra Regione sollecitano le istituzioni alla realizzazione di Osservatori comunali e Commissioni partecipate, spesso previste dai Regolamenti comunali sul verde, affinché le azioni sugli alberi non siano il risultato di scelte improvvisate ed emergenziali, dannose alla salvaguardia e al mantenimento del patrimonio vegetale. Da lungo tempo offriamo la nostra collaborazione per scelte consapevoli e virtuose sulla difesa, programmazione e gestione del verde pubblico, consapevoli che “gli alberi sono i pilastri portanti dell’ecosfera”, chiediamo di non abbattere più alberi maturi e vecchi, di mettere in pratica le moderne tecnologie e le conoscenze scientifiche, di conservarli a beneficio dei residenti e delle future generazioni”.