Pescara. “L’intitolazione dei giardini di piazza Italia a Norma Cossetto rappresenta l’ennesimo atto di bullismo politico dell’amministrazione comunale di Pescara, che si inserisce nella strada già tracciata da altre discutibili iniziative culturali tese a riabilitare un passato di cui c’è poco da gloriarsi”.
Lo scrivono in una nota il presidente provinciale Anpi di Pescara, Nicola Palombari, e il neo presidente della sezione Fratelli Gialluca, Nicola Trifuoggi. “Non è in discussione che l’omicidio di Norma Cossetto rappresenta un crimine e che come tale va condannato; è in discussione il contesto in cui maturò quella tragedia, contesto che, come nella migliore rappresentazione del mito che vede gli italiani sempre buoni e vittime, viene semplicemente dimenticato”, affermano.
“Non contestualizzare non è mai buona norma: ed allora andrebbe aggiunto che in quelle zone l’occupazione nazista e fascista fu tutt’altro che tenera, toccando punte di violenza inaudita, e che quell’occupazione non fu richiesta nè voluta dalle popolazioni autoctone – spiegano i dirigenti Anpi – Ha ragione il Sindaco quando sostiene che non possiamo più minimizzare né ignorare il passato e che dobbiamo conoscere la storia anche quando non ci piace; siamo d’accordo che non si può abbassare la guardia a difesa della libertà e della democrazia; e siamo d’accordo che libertà e democrazia sono valori da condividere e da non mettere mai in discussione. Ma bisognerebbe sapere che libertà e democrazia non fanno parte del bagaglio culturale e ideologico del fascismo e dell’Italia fascista che scatenarono la guerra e si macchiarono di una infinità di nefandezze”.
“Quando l’8 settembre 1943 ci fu il crollo delle amministrazioni civile e militare, che determinarono la morte della patria nell’accezione fascista, fu tempo di scelte: non si può mettere sullo stesso piano gli italiani che optarono per il nazifascismo e gli altri che lo combatterono”, incalzano Palombari e Trifuoggi, “Seppure senza colpe, Norma Cossetto rappresentava (o veniva percepita come tale) una parte ben definita, la stessa che oggi e da anni brandisce la tragedia delle foibe e dell’esodo per parificare torti e ragioni ripetendo la litania della pulizia etnica e dell’italiano sempre vittima e mai colpevole di nulla”.
“La guerra è la peggiore sciagura che possa investire interi continenti; ma ha una genesi, una sua storia, una responsabilità. Molte donne sono morte in quella guerra, giovani e meno giovani, sempre italiane ma non identificabili con la parte politica che la guerra l’aveva voluta. I giardini di piazza Italia andavano intitolati ad esse”, conclude l’Anpi.