“Ci sembra impossibile che la Asl – si legge in una nota – chiamata in causa da noi genitori e non dal Comune possa dare il suo assenso dopo aver visto dal vivo le aule bunker, indicate dal Comune di Pescara e dalla dirigente scolastica come la soluzione per la sicurezza anticovid. Abbiamo già chiesto in sede di Consiglio d’istituto di istituire finalmente un tavolo tecnico tra i decisori e i responsabili della sicurezza, al quale far sedere anche noi genitori ed i tecnici di parte, per proporre soluzioni alternative interne alla scuola scartate in precedenza”.
Secondo i genitori la scuola “dispone di spazi comuni che potrebbero essere trasformati in aule, si potrebbero allargare le aule esistenti garantendo ai bambini quelle condizioni di vivibilità e salubrità che il Comune assicura agli alunni di tutte le scuole di Pescara senza peraltro creare problemi gestionali di mensa e didattica”. Inoltre “esiste la reale possibilità di utilizzare locali di privati (oltre che pubblici) in affitto, locali già adeguati e funzionali nelle strette vicinanze del plesso che la nostra dirigente e il Comune non hanno voluto considerare, possibilità che il ministero dell’Istruzione ha più volte ribadito, per cui sono stati disposti già i fondi e che molte scuole già hanno adottato”.
“Noi genitori – si prosegue nella nota – non siamo in alcun modo disposti a rinunciare alla salute dei nostri figli mandandoli in ambienti inadatti ed a compromettere il loro percorso didattico per scelte inappropriate compiute da altri senza neppure chiederci cosa ne pensavamo”. “Se anche questa nostra richiesta cadrà nel vuoto – annunciano – siamo disposti alla protesta portando i nostri figli negli uffici comunali dove finestre e luce non mancano e continueremo con tutti i mezzi a nostra disposizione per assicurarci di essere ascoltati”.