Pescara. Tre quintali di trote fario, appartenenti al ceppo autoctono Mediterraneo (Salmo ghigii), saranno rilasciate domani e dopodomani nei fiumi Tavo, Pescara e Orta.
L’operazione, annunciata dall’assessore Mario Lattanzio e dal biologo Franco Recchia, sara’ eseguita dai tecnici del settore Pesca della Provincia di Pescara con la collaborazione della Provincia dell’Aquila e rientra nella seconda fase del progetto per la salvaguardia e l’incremento di questa specie ittica nei bacini idrografici del Pescarese, frutto di un protocollo d’intesa sottoscritto tra l’amministrazione provinciale e le due aree protette coinvolte, il Parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga e il Parco Nazionale della Maiella.
I ripopolamenti dei prossimi giorni riguardano l’immissione di individui adulti di ceppo autoctono di taglia pescabile, in tratti di fiume dove il prelievo ittico e’ consentito. Questa e’ una novita’ assoluta nel panorama italiano. Fino ad oggi i progetti di recupero di specie in via d’estinzione, sono stati eseguiti sempre all’interno delle aree protette e ponendo il divieto di prelievo. Oggi invece inizia un nuovo percorso, muovendo dalla considerazione che la fauna e’ una risorsa economica e si puo’ pensare di attuare a un prelievo sostenibile della specie. Non piu’ divieti quindi ma una gestione corretta delle specie di interesse piscatorio. Si e’ arrivati alla reimmissione di questi esemplari di specie autoctona attraverso una serie di passaggi: prima e’ stato individuato il ceppo di appartanenza, quello autoctono per l’appunto, attraverso approfondite analisi genetiche eseguite dai ricercatori dell’universita’ di Parma e “La Sapienza” di Roma, poi si e’ proceduto alla riproduzione e quindi si e’ passati alla reimmissione, che e’ gia’ avvenuta nelle zone protette.
La riproduzione e’ stata promossa nel Centro Ittiogenico Sperimentale e di Idrobiologia della Provincia dell’Aquila Vetoio, partner dell’iniziativa, dove e’ allevato dall’autunno 2003 uno stock di riproduttori puri. La reintroduzione di due nuclei di trota autoctona e’ gia’ avvenuta all’interno del Parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga e nel Parco nazionale della Maiella, in un tratto di circa un chilometro e mezzo lungo il torrente Orte e di due chilometri e mezzo sul percorso del Tavo, dove la pesca non e’ consentita. In entrambi i corsi d’acqua, per evitare incroci con gli individui di ceppo atlantico, le trote di questa varieta’ sono state catturate con metodi non invasivi e trasferite a valle, in localita’ dalle quali non potranno risalire al tratto di provenienza. L’obiettivo del progetto, che e’ costato 45mila euro, e’ di salvare dall’estinzione la trota autoctona.
“Gli esemplari che rilasciamo – spiega l’assessore Lattazione dalla Provincia di Pescara – andranno negli anni a sostituire il ceppo atlantico. In questa fase i tratti interessati dal ripopolamento ricadono all’interno dei siti di importanza comunitaria e all’interno delle aree protette, oltre ad alcuni tratti confinanti con essi. Nel futuro auspico che questo progetto possa essere esteso su tutto il territorio regionale per far si’ che la specie autoctona torni nei nostri fiumi”.