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Pescara, i figli minorenni usati come ‘scudo’ del narcotraffico: mamma e papà in carcere

Pescara. Utilizzavano i figli come “scudo” per spostare eroina per 30mila euro: coppia di corrieri in carcere dopo l’arresto in stazione.

Lo stratagemma era già stato tentato, senza successo, dal marito, Antonio Carota, che lo scorso 24 ottobre decise di caricare in macchina con se il figlio di 10 anni, credendo che alla vista del piccolo la polizia non si sarebbe insospettita. Gli andò male lo spostamento di un chilo di cocaina: quando la polizia lo fermò, fu riconosciuto come l’uomo che nella sua villetta dei Colli di Pescara, trasformata in un bunker, a novembre 2010 aveva nascosto ben 2 chili di droga. Il “curriculum” fece andare gli agenti oltre lo “scudo” del bambino, che scoprirono l’ennesimo traffico.

Non contenta del fallimento del marito, ieri sera ci ha riprovato la moglie, Licia Torsellini, pescarese 43enne, fermata intorno alle 21:00 appena scesa da un treno alla Stazione Centrale. Anche lei ben nota alle forze dell’ordine, si era camuffata con un grosso paio di occhiali e un cappellino, facendosi “scortare” dalla figlia. La scena non è sfuggita al personale della sezione Antidroga della squadra mobile, che l’ha fermata e perquisita, trovando nella borsa un panno contenente un panetto da oltre mezzo chilo di eroina, sufficiente a confezionare oltre 500 dosi, per un valore di 30mila euro. Il quadretto familiare, però, non era completo: all’uscita della stazione è stato identificato l’altro figlio 17enne della coppia di spacciatori, in attesa della madre a bordo di uno scooter per prendere in consegna la droga e scappare rapidamente a nasconderla.

La donna è stata arrestata in flagranza per detenzione di stupefacenti e successivamente trasferita presso la casa circondariale di Chieti. Il triste caso che vede coinvolti i figli nel narcotraffico verrà nuovamente segnalato al Tribunale per i Minorenni, come accaduto dopo l’ultimo arresto del capofamiglia.