Montesilvano. “Fiume Saline, una discesa agli inferi” è questa la valutazione di Augusto De Sanctis e Corrado di Sante del Forum Abruzzese Movimenti per l’Acqua durante il press-tour svoltosi oggi lungo il corso d’acqua a Montesilvano.
Le ultime piene hanno esacerbato ulteriormente la situazione. I rifiuti presenti sulle sponde da anni e mai rimossi sono stati trasportati a valle raggiungendo anche il mare.
Il Saline fu classificato nel 2003 quale Sito Nazionale di Bonifica, allo stesso livello di Marghera, Taranto e Brindisi, a causa della presenza di rifiuti interrati per 10 km del suo corso.
Nel 2005 il Ministero dell’Ambiente richiese la Messa in Sicurezza di Emergenza per la grande discarica abbandonata di Villa Carmine a Montesilvano, al fine di evitare che l’acqua piovana penetrasse nella massa di rifiuti portando il percolato nel fiume distante pochi metri dalla base dell’impianto. Il tour del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua ha dimostrato che a 8 anni di distanza non è stata realizzata neanche una efficiente copertura con teli impermeabili, che in vaste porzioni risulta strappata. Tutto ciò nonostante i lavori siano stati riavviati nel 2012 dopo un primo intervento fallimentare avvenuto nel 2005.
Nel 2008 il Ministero dell’Ambiente approvò i risultati del Piano di Caratterizzazione realizzato dall’ARTA che trovò rifiuti sotterrati dappertutto, anche a 5 metri di profondità lungo le sponde. Inoltre, venne accertata la presenza di diossina nei terreni e di sostanze pericolose come gli Idrocarburi Policiclici Aromatici nella falda acquifera. Quel Piano di Caratterizzazione era comunque parziale rispetto a quanto programmato e necessitava di approfondimenti. A 5 anni di distanza, nonostante l’impatto che tale situazione può comportare sull’ambiente e sulla salute dei cittadini, il Piano non risulta essere completato. Quindi, a 10 anni dalla perimetrazione del sito, non si avrebbe la piena consapevolezza neanche dello stato di inquinamento.
“Nel 2013 il Ministero dell’Ambiente, con un Decreto del Ministro Clini, ha pensato bene – spiegano gli esponenti del Forum abruzzese – con un tratto di penna di scaricarsi dalle responsabilità su questo ed altri Siti Nazionali riclassificandoli quali Siti regionali. In 10 anni praticamente non è stato bonificato quasi nulla e, anzi, lo scarico abusivo di rifiuti è continuato praticamente ogni giorno, segnalato ripetutamente e inutilmente da associazioni, comitati e dalla stampa, anche con servizi dei TG nazionali. La situazione ambientale è quindi peggiorata ma alla riclassificazione non sono seguiti, a nostra conoscenza, provvedimenti verso i funzionari e dirigenti che a livello ministeriale non sono stati capaci di produrre risultati in 10 anni- Il Ministero dell’Ambiente, tra l’altro, aveva destinato oltre 2 milioni di euro al Sito nel 2010, attraverso la stipula di un accordo con la Regione Abruzzo. Basta leggere il verbale di un incontro tra Ministero e Regione di soli due mesi fa (che alleghiamo) per evidenziare i gravissimi ritardi degli enti nell’attuare quanto finanziato. Manca addirittura l’ordine di priorità tra gli interventi segnalati dai Comuni, in cui, tra l’altro, sono ricomprese attività di messa in sicurezza e bonifica che sinceramente non sono stati così visibili, a voler essere buoni (visto che sarebbe stata segnalata al ministero l’avvenuta realizzazione di lavori di rimozione di rifiuti interrati). Le recenti alluvioni hanno sparso i rifiuti scaricati sui terreni negli ultimi anni e mai rimossi lungo l’intera asta fluviale e hanno addirittura eroso le sponde portando in superficie masse di rifiuti miste a terra. L’acqua ha addirittura raggiunto il piede della discarica di Villa Carmine e la strada che separa il fiume e la collina di rifiuti è in parte crollata! Le piene hanno anche eroso in diversi tratti gli argini. Il punto più impressionante è quello di fronte al Warner al Palacongressi, dove l’argine risulta danneggiato per decine di metri, ponendo a rischio in caso di ulteriori eventi calamitosi le aree ormai urbanizzate. A tal proposito il Forum evidenzia che le zone dove si è costruito sono state sottratte all’esondazione del fiume che invece di trovare spazi liberi oggi si trova costretto in argini che, come si è visto, possono cedere sotto la forza del fiume che tende a riprendersi le aree che gli sono state sottratte. Cosa sarebbe accaduto a Montesilvano con un cedimento dell’argine, come accaduto, a mero titolo di esempio, con l’alluvione del Bacchiglione a Vicenza, allagata completamente a causa della rottura di un terrapieno? Gli argini sono importanti ma possono dare una falsa rappresentazione della sicurezza di un luogo. In caso di cedimento l’acqua arriva in pochi minuti creando gravi situazioni per la pubblica incolumità. Oggi, invece di pensare a risolvere e mitigare queste situazioni di inquinamento e rischio conclamatem si spendono 16 milioni di euro per tre ponti e 5 km di nuove strade, in parte da realizzare in aree già classificate dalla Regione Abruzzo a rischio idraulico”.
Il Forum abruzzese ribadisce che le priorità devono essere altre, la riqualificazione e rinaturalizzazione del territorio e la sua bonifica.
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