Aterno-Pescara a rischio: i soldi ci sono ma i tempi intoppano fiume e lavori

popoli_fiume_allertaPescara. I soldi ci sono ma la burocrazia insabbia l’iter per i lavori di messa in sicurezza del bacino dell’Aterno-Pescara, e mentre gli anni passano, il fiume continua a far danni. Lattanzio: “I cittadini a rischio per colpa della macchina amministrativa”.

“Velocizzare le procedure. E’ questa una delle priorità, oltre all’allentamento del Patto di stabilità, a cui si deve pensare se davvero si vuole salvare il territorio da nuove emergenze legate ad eventi atmosferici eccezionali, come quelle che si sono verificate nei giorni scorsi”. Lo dice l’assessore provinciale alla Protezione civile Mario Lattanzio che lancia un appello ai parlamentari affinché intervengano “non solo per sollecitare finanziamenti (statali e non) in questo settore ma anche per tagliare i tempi nel momento in cui i fondi ci sono e non possono essere spesi”. Esempio lampante è stato il territorio di Popoli, dove il fiume che sgorga nell’Adriatico si unisce con l’Aterno e dove solo recentemente si è riusciti a consolidare i tratti a maggior rischio esondazione: “Sono stati necessari anni”, fa notare Lattanzio, “prima di vedere sbloccate le autorizzazioni per i lavori per la mitigazione del rischio idraulico dell’Aterno-Pescara, promossi dalla Provincia, e finalizzati a scongiurare allagamenti nel centro abitato. Il freno principale è stato rappresentato dalla burocrazia”, sottolinea, “Basti pensare che dalla prima conferenza di servizi sono passati tre anni prima di ottenere tutti i pareri. Trattandosi di un ito di interesse comunitario è stata necessaria la caratterizzazione, poi la valutazione della incidenza ambientale, quindi il nulla osta dei Beni ambientali, il nulla osta del Genio civile regionale, il nulla osta per la sicurezza idraulica, e infine il nulla osta dell’Ispettorato delle foreste. Per chiudere, infinte, è stata indispensabile l’autorizzazione dei Comuni interessati”.

“Il territorio non può permettersi di attendere anni perché ci sono pratiche infinite da sbrigare e le popolazioni non possono permettersi di correre rischi inauditi solo perché le macchine amministrative sono troppo lente”, sottolinea l’assessore provinciale, “Bisogna pensare a tagliare drasticamente i tempi della burocrazia, come avviene nel resto di Europa”. “Bene i fondi, dunque, ma non sono sufficienti. Il Governo e Parlamento – conclude Lattanzio – si occupino anche delle procedure da modernizzare e velocizzare, intervenendo sulla normativa attuale, altrimenti si rischia di fare solo proclami nel momento nell’emergenza, senza alcun effetto concreto”.

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