Risale al 13 aprile la sottoscrizione del protocollo d’intesa, stipulato dai quattro presidenti di Provincia con la Regione Abruzzo, sulle Pari Opportunità che mirava e mira a creare sostegno e servizi concreti in favore di soggetti particolarmente svantaggiati nel mercato del lavoro, ancora oggi discriminati per genere. Ovvero la discriminazione delle donne in campo lavorativo. Del 21 febbraio scorso, invece, la delibera della giunta regionale che ha stanziato alle Province più di 11 milioni di euro per sostenere le politiche del lavoro, della formazione e dell’occupabilità degli abruzzesi. Un finanziamento che non ha prodotto alcun investimento o intervento in materia, al punto da spingere la consigliera per le pari opportunità della Regione, Letizia Marinelli, a stimolare la promessa di nuovi impegni, scucita mediante atti formali. A redigerli, però, sono stati solo i capi degli esecutivi chietino, aquilano e teramano: Del Corvo, Di Giuseppantonio e Catarra si sono mostrati “disposti a rivedere l’uso e la destinazione di tali risorse per almeno una minima percentuale da destinare alle politiche di parità in favore delle donne escluse dal mercato del lavoro”.
Non è stato così per Guerino Testa, presidente della Provincia pescarese, nonostante il finanziamento di 2,564 milioni di euro. A lui è indirizzato il secondo rimprovero da parte della consigliera Marinelli: ““Mi spiace”, afferma in una nota dover rilevare questa grave mancanza di sensibilità politica ed istituzionale che non posso far a meno di porre all’attenzione dell’opinione pubblica”. “Il presidente Testa”, spiega, “non ha ritenuto di procedere in tal senso, non solo non ottemperando all’attivazione del protocollo sulle Pari Opportunità (da lui stesso siglato), ma, di più, non curandosi dell’importanza che le Politiche sulle Pari Opportunità rivestono nel sostegno alle donne in difficoltà specie nell’attuale contesto di crisi”.