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Pescara, si fingono operai per entrare nel Ferro di Cavallo: la Mobile arresta una rom con 25 grammi di droga

Pescara. Poliziotti “operai” eludono le vedette del Ferro di Cavallo e arrestano una rom in strada con 23 grammi di droga nonostante gli arresti domiciliari. L’operazione anti-spaccio satellite dell’indagini sull’omicidio Cagnetta: coinvolto anche il testimone morto per overdose.

Tutto è partito nel corso delle indagini per l’omicidio di Tommaso Cagnetta, ucciso, secondo il giudizio di primo grado, dalla pistola di Angelo Ciarelli il 2 luglio nel Ferro di Cavallo. E nel principale cortile dello spaccio di Rancitelli la squadra mobile è entrata travestita da operai del Comune per ingannare le “vedette” e arrivare a soprendere, piena di droga, la parente spacciatrice di Angelo Ciarelli.

L’anello di congiunzione, in realtà, è Ivan Battaiola, tossicodipendente morto pochi mesi fa per probabile overdose, che in un primo momento aveva testimoniato di aver visto Ciarelli sparare, per poi ritrattare sulla certezza della persona. Battaiola, secondo gli investigatori guidati da Pierfrancesco Muriana, lavorava per Adelina Di Rocco, rom 50enne che i poliziotti camuffati da operai hanno beccato stamattina in strada, nonostante la restrizione agli arresti domiciliari per residui di pena, con 20 grammi di eroina e 3 di cocaina, divisi in vari involucri nascosti nel reggiseno. Definita fiorente la sua attività di spaccio, condotta insieme alla figlia, sposata con un cugino di Angelo Ciarelli.

Una compravendita che si svolgeva alla luce del sole nel Ferro di Cavallo, grazie alla protezione delle cosiddette vedette: piccoli criminali, perlopiù ‘tossici’, che, in cambio di piccole dosi, si appostano agli angoli di viaTavo per segnalare repentinamente l’avvistamento delle pattuglie in arrivo. Un trucchetto che si avvale dell’omertà: chiunque viene lasciato entrare nel Ferro di Cavallo, infatti, è automaticamente avvertito che vige l’obbligo del silenzio.

Per scavalcare questa barriera, gli uomini di Muriana si sono travestiti da tecnici comunali, fingendo di lavorare sulla strada mentre aspettavano di cogliere la donna rom in flagrante. Così è stato, e per Adelina Di Rocco sono scattate nuovamente le manette.