Proseguono le arringhe difensive, a Pescara, al processo Sanitopoli, e i legali dei 27 imputati continuano a screditare le basi dell’inchiesta sulle presunte tangenti nel mondo della sanità abruzzese. Oggi e’ stata la volta dell’avvocato Francesco Carli, legale dell’ex assessore regionale alla sanità Vito Domenici, membro della giunta di centro destra che precedette quella guidata dall’imputato numero uno, l’ex governatore Pd Ottaviano Del Turco.
Come già fatto dagli avvocato di Angelini e Zelli, anche Carli ha chiesto per Domenici l’assoluzione dall’associazione per delinquere, perchè il fatto non sussiste, e dai reati di abuso e truffa, per non aver commesso il fatto, basando la sua arringa sulla descrizione dell’intero procedimento come “un processo”, ha detto oggi in aula, “organizzato intorno ad una serie di boatos”. Per boatos si intendono i rumors, il gossip, insomma voci di corridoio senza troppe prove fondanti, prese comunque per buone dalla magistratura. Carli ha inoltre detto che csono “molte chiavi di lettura” dei fatti, e queste sono “più plausibili di quelle dell’accusa”.
Nel dettaglio, poi, l’avvocato ha ricordato come l’associazione per delinquere contestata a Domenici sia “uno scenario smentito e pesantemente messo in discussione in fase istruttoria”. Il togato ha anche parlato di un foglietto scritto da Domenici nel corso di una riunione sulla riorganizzazione del settore sanità, utilizzato come prova di colpevolezza, sostenendo che conteneva soltanto appunti e non ordini da impartire. A confermare la versione è intervenuto lo stesso imputato, che nel corso di una dichiarazione spontanea ha evidenziato che sulle copie del foglietto allegato agli atti del processo ci sarebbero delle anomalie, ovvero l’aggiunta di una parola e di due date che non sono sarebbero state scritte dall’ex assessore.
Sempre oggi hanno parlato anche gli avvocati dell’ex direttore dell’agenzia sanitaria Francesco Di Stanislao e di Pierluigi Cosenza, ex responsabile delle commissioni ispettive permanenti istituite dalla Regione. Anche per loro i difensori hanno chiesto l’assoluzione.