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Pescara, manifesti contro i rom: Sospiri e Riondini in tribunale il 20 giugno

Pescara. Pdl e Lega Nord in tribunale per i manifesti sugli sfratti dei rom. Le associazioni pro-integrazione citano i coordinatori Sospiri e Riondini per discriminazione: chiesti 25mila euro di risarcimento.

E’ stata fissata al prevista per il prossimo 20 giugno la decisione del giudice civile del tribunale di Pescara nei confronti del coordinatore provinciale del Pdl, Lorenzo Sospiri, e dell’ex commissario regionale della Lega Nord Abruzzo, Marco Rondini, in merito all’affissione di manifesti di 6 metri per 3 per le strade di Pescara ritenuti “discriminatori nei confronti della comunità rom”. La querela e’ stata presentata dal rappresentante dell’associazione Rom Sinti@Politica Abruzzo, Nazzareno Guarnieri, Attilio Spinelli, Carmine Di Rocco e l’Associazione per gli studi giuridici dell’immigrazione, ed è legata alle code polemiche successive all’omicidio di Domenico Rigante, attribuito alla mano di uno gruppo di zingari guidato dal giovane Massimo Ciarelli.

“Il Pdl mantiene le sue promesse: fuori dalle case popolari rom e delinquenti”, questo il messaggio dei maxiposter, corredati da un comunicato della Lega che invitava “i pescaresi ad assumere un senso civico unitario ed attivo contro questo male che colpisce da sempre e in maniera sempre piu’ feroce la città di Pescara”. Tanto è bastato per indignare i querelanti, che hanno chiesto 25 mila euro di risarcimento danni.

La difesa dei due partiti si è basata da sempre su alcune precisazioni: “Gli sfratti eseguiti non furono solo a carico dei rom, ma anche di altre famiglie che occupavano abusivamente appartamenti nel quartiere Rancitelli”. Tutto, però, si è mischiato con i veleni scatenati dalla sparatoria del primo maggio 2012, mai scemati e perfino acutizzati con l’apertura del processo. E proprio per domani a Pescara è prevista un’altra udienza nel processo per omicidio volontario premeditato a carico dei Ciarelli, che dovrebbe essere rinviata in attesa della decisione della Cassazione sulla richiesta di spostare il processo in un’altra sede. Richiesta avanzata dall’avvocato Taormina e condita con un’altra frase che ha fatto scalpore: “In Italia siamo tutti assassini”.