Oltre 20 ettari di Colle Moro vincolati ad uso agricolo trasformati in una ‘new town’ formata da una dozzina di ville su 2 e 3 piani, che sulla carta apparivano come rimesse e stalle.
Parte oggi, dinanzi al tribunale di Pescara, il processo sulla lottizzazione abusiva delle campagne di Città Sant’Angelo.
Nel mirino del pm Valentina D’Agostino sono finite le dodici villette realizzate in violazione della normativa che prevede si l’edificazione dei suoli agricoli, ma solo per residenze che conservino la destinazione del suolo e tutelino l’ambiente delle sue caratteristiche contadine. Un vincolo violato da 9 proprietari delle ville sorte, che si sarebbero avvalsi della complicità di 3 tecnidi. Almeno questo è quanto sostenuto nelle denunce inoltrate dai proprietari della strada poderale che conduce alla ‘new town’ bucolica. Secondo l’accusa, gli imputati avrebbero operato delle trasformazioni dei fabbricati non autorizzate, tra cui il cambio di destinazione d’uso di locale destinato ad uso agricolo, ed eseguito ampliamenti non autorizzati aumentando il carico urbanistico residenziale in zona agricola e contravve nendo ai vincoli previsti dalla normativa. Nello specifico i 9 proprietari e due tecnici sono accusati di lottizzazione abusiva, mentre un terzo tecnico deve rispondere di un’ipotesi di falso di minore gravità.
L’udienza di oggi si è aperta con il tentativo della difesa per opporsi alla costituzione di parte civile dei tre confinanti, Donato e Adriano Comignani, assistiti dall’avvocato Wania Della Vigna, e Giuseppe Comignani, assistiti da Guido De Luca, ma il giudice monocratico ha respinto l’eccezione e i tre sono stati ammessi come parte civile. Ai Comignani, però, si è aggiunta anche l’amministrazione comunale del sindaco Florindi: anche il Comune angolano, infatti, si è costituito parte civile.
La prossima udienza, che vedrà sfilare testimoni, polizia giudiziaria e periti del pubblico ministero, è stata fissata al 17 settembre.