Pescara. Dragaggio in 70 giorni, ripascimento in autunno e darsena riportata a 6 metri e mezzo. Improta dà nuovi numeri sui lavori nel porto. Il ‘saggio’ Quagliariello ci mette la faccia, ma per il fermo biologico scarica la palla al ministro Catania.
Era stato invocato ieri, durante il blocco dell’asse attrezzato, sia dagli striscioni della marineria in protesta che dal presidente della Provincia Guerino Testa. Ora il “grande saggio abruzzese”, il senatore Gaetano Quagliariello, ci mette la faccia sulla travagliata conclusione del dragaggio del porto e sugli strascichi legati agli aiuti a pescatori e armatori che nel tardo pomeriggio di ieri la Regione ha concordato.
Il senatore si è messo in contatto con il ministro allo Sviluppo Economico Passera e con il presidente nazionale dell’Inps Antonio Mastrapasqua, e dalle comunicazioni escono fuori nuovi numeri da pallottoliere. “Il ministero dello Sviluppo economico”, riferisce Quagliariello, “attraverso il sottosegretario alle Infrastrutture Improta, ha riferito che i 12 giorni di ritardo sull’inizio dei lavori sono dovuti al riscontro delle analisi che hanno registrato un’alta percentuale di fango nel materiale dragato, con la conseguente necessità di stoccaggio che posticiperà il ripascimento a dopo la stagione estiva per non creare nocumento alla balneazione”. Niente di troppo nuovo, né troppo influente per il ritorno in porto dei 56 pescherecci rimasti in secca. Conta invece che “Il sottosegretario Improta ha altresì garantito l’arrivo di una nuova draga entro il prossimo giovedì in modo da poter prevedere il completamento del dragaggio in 65-70 giorni”, spiega ancora il senatore.
Importanti novità anche per gli operatori commerciali: “Al termine del dragaggio il porto di Pescara potrà usufruire di una darsena commerciale di 6,5 metri di profondità, che consentirà un aumento delle sue potenzialità senza interferire con la marineria”.
Nodo più duro da districare è quello del fermo biologico estivo da evitare: se i 56 pescherecci pescaresi dovessero riuscire, dopo più di un anno all’ormeggio, a tornare in mare a maggio, il fermo per il periodo luglio-agosto li rigetterebbe subito nella crisi. Su questo, Quagliariello passa la palla alle competenze ministeriali: “Nelle prossime ore”, conclude, intendo prendere contatto col ministro Catania per poter superare una situazione che appare in contrasto con la logica e con il buon senso”.