Pescara. Marineria di nuovo in strada: una cinquantima di pescatori hanno bloccato la rampa dell’asse attrezzato di piazza Italia per protesta contro i disagi del mancato dragaggio.
Il mancato arrivo in porto di due draghe della Sidra, come annunciato nei giorni scorsi da provveditorato alle opere pubbliche e capitaneria di porto, e l’avvio dello scavo solo con il motopontone Fioravante, che nel porto di Pescara già da alcune settimane sta eseguendo uno ‘scavetto’, ha scatenato ancora una volta l’ira della marineria. Dalle 8 di questa mattina una cinquantina di ‘lupi di mare’ hanno bloccato la rampa dell asse attrezzato e il traffico di mezza città. Ma ben presto le richieste si sono spostate sulla cassa integrazione.
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L’agitazione è cominciata alle 7:00, quando una riunione dell’Associazione armatori ha fatto il punto sull’ennesima promessa infranta: oggi doveva iniziare il dragaggio e la Sidra, ditta vincitrice dell’appalto per 200mila metri cubi, doveva entrare nel porto con due draghe ben più grande di quella già a Pescara da varie settimane per aprire una canaletta nell’avamporto. Il tempo di organizzarsi e la mobilitazione è cominciata: alle 8:00, ancora una volta la marineria ha occupato la rampa dell’asse attrezzato alle spalle di piazza Italia, paralizzando il traffico dell’ora di punta. La coda di macchine sul raccordo autostradale raggiungeva la zona commerciale di Sambuceto. E anche sulle strade cittadine non è andata meglio: l’incrocio tra via Conte di Ruvo e via Marconi, via Raiale, il lungomare sud, la Tiburtina, corso Vittorio Emanuele. Tutte congestionate dagli sbarramenti che vigili e polizia hanno piazzato davanti e dietro al municipio, e sugli accesso all’asse dal lungofiume.
Alle 9:00, poi, la draghetta Fioravante, come fissato, ha iniziato a scavare sul fondale dinanzi alla banchina sud. Poca roba: un primo step da 10mila metri cubi, in attesa della copertura della vasca di colmata che ne ospiterà 70mila circa. “Poco, ma ci sta bene”, decidono i marinari guardando la foce da sopra al ponte che scavalca il fiume. Ciò che non gli sta bene è rimanere senza risarcimenti economici per il mancato lavoro. E allora la cassa integrazione diventa il nuovo obiettivo della lotta: gli ultimi 4 mesi del 2012 tardano ancora ad arrivare, per il 2013 rimangono 30 milioni di euro dal fondo statale ma l’esaurimento è prossimo, e se non viene liquidata in breve i pescatori pescaresi rimangono a secco.
Poi ci sono i 3 milioni di euro stanziati dal Decreto sviluppo per gli armatori: “Se non torniamo in mare entro il 6 maggio”, spiega il rappresentante Mimmo Grosso, “non ci mandano più nemmeno quelli”. Per quella data, però, c’è bisogno che oltre alla pulizia del fondale vengano allestite sulla banchina sud, dove le 56 barche verranno spostate provvisoriamente, postazioni per il rifornimento di gasolio, acqua e energia elettrica e approntati servizi antincendio e di facchinaggio. “Di questo, anche se non ci compete, se ne sta già occupando il comune”, assicura il sindaco Albore Mascia, sceso in strada verso le 10:30 ad accogliere le istanze. Seguito da uno stuolo di consiglieri comunali alla spicciolata, che hanno abbandonato la seduta nella sala consiliare su invito degli uomini del porto. “Se non vengono ad ascoltarci”, hanno gridato dietro agli striscioni, “prima sfasciamo il municipio e poi blocchiamo i binari della stazione centrale”.
L’unica soluzione potrebbe venire dalla Regione: il governatore Gianni Chiodi è stato invitato in città per dare alla categoria in ginocchio garanzie sullo stanziamento di 600-700mila euro che serviranno alla banca Caripe come garanzia per poter anticipare in poco tempo la cassa integrazione. L’incontro ci sarà alle 16:00: “Fino alle quattro rimaniamo qua”, hanno deciso i marinai, sistemati con tavolini, sedie, panini e bevande sul picchetto arso dal sole rovente. “Aspettiamo il consiglio regionale di domani, non ci muoviamo”: la marineria ha deciso così.
Sarà lotta ad oltranza
SUCCESSO CON LA REGIONE: RIMOSSO IL BLOCCO
Dopo un serrato incontro tra una delegazione della marineria e i vertici della Regione, Chiodi, Masci e Febbo, la marineria ha rimosso, intorno alle 18:30, il blocco dalla rampa di piazza Italia.
A farli desistere è stata la pattuizione con Governatore e assessori di alcuni punti: la Regione ha annunciato che domani, nel corso dei lavori del Consiglio, sarà approvato un emendamento che prevede l’assegnazione di 650 mila euro: 200 mila destinati agli operatori commerciali e 450mila alla marineria. Un intervento mirato ad assicurare la copertura del fermo straordinario per i mesi di marzo e aprile.
Daniele Galli