Pescara: Ddt e mercurio spariti dal porto? Testa:’Sprecati 15 mesi per il dragaggio’

draga2Pescara. Il Ddt è sparito? Il mercurio che fine ha fatto? Le sostanze inquinanti, che la procura aquilana riteneva contenute sul fondale del porto al punto da bloccare il dragaggio del 2011 per traffico di sostanze tossiche, sarebbero sparite. Se l’Arta confermerà le nuove analisi si potrà dire ufficialmente che si sono sprecati 15 mesi e milioni di euro.

La trama di un romanzo giallo fa un baffo alle varie vicende che hanno attraversato il travaglio del dragaggio del porto di Pescara. Dicembre 2011: dopo mesi di empasse, finalmente la draga Gino Cucco poteva iniziare a scavare il fondale che intasava darsena e porto canale, ma dopo le prime palate di fango asportate è intervenuta la procura di L’Aquila, che a sirene spiegate ha bloccato tutto, urlando al traffico di sostanze tossiche. Tutto perché, e per mesi a seguire se ne parlò tirando in ballo analisi e controanalisi, si riteneva che sul fondo della foce del fiume si fossero depositati elementi inquinanti come Ddt e mercurio, e in quel frangente si voleva scaricare il dragato in mare. Sotto accusa finirono i laboratori dell’Arta e quelli della ditta incaricata dei lavori, che per il compianto procuratore antimafia del capoluogo non avevano rilevato ciò che il laboratorio Indam aveva invece misurato su livelli sopra il consentito dalla legge.

Quindi due anni di querelle e nuovi appalti, mentre la sabbia continuava ad accumularsi, costringendo alla chiusura del porto, con tutte le nefaste conseguenze economiche ormai note. Fino all’intervento del ministero alle Infrastrutture, che appalta un nuovo dragaggio, che comporta necessariamente nuove analisi per capire come dover smaltire sabbie buone e fanghi inquinati. Dal giallo alla fantastico: i livelli di inquinamento sarebbero tornati entro la norma. Anticipazioni dall’Arta, che da tempo ha pronti i suoi verdetti, confermano quanto già sostenuto mesi fa: il Ddt c’è  ben al di sotto dei livelli di livelli di legge. Due giorni fa, finalmente, sono arrivati anche i risultati delle analisi commissionate dalla Sidra, ditta vincitrice dell’appalto, ad un laboratorio riminese, e anche le circa 10mila analisi sui prelievi effettuati a fine febbraio sarebbero orientate verso la fantascienza. “Il mercurio non c’è, il Ddt è ben al di sotto dei livelli di tossicità”: l’anticipazione è stata data mercoledì scorso dal sottosegretario al ministero delle infrastrutture Guido Improta. Ora, però, sarà l’Agenzia regionale per la tutela ambientale (Arta) a dover confermare quanto detto dal laboratorio privato. Ma tutto quanto già anticipato apre la strada alle nuove polemiche: “Se l’Arta nei prossimi giorni confermerà la bontà delle analisi sul materiale del porto di Pescara”, commenta Guerino Testa, presidente della Provincia e commissario straordinario al dragaggio dimessosi dopo lo stop del 2011, “constateremo con dispiacere che sono stati sprecati 15 mesi e milioni di soldi pubblici”. “Oggi siamo esattamente al punto in cui eravamo allora”, continua con amarezza Testa, “con conseguenze che sono state a dir poco devastanti per la città: Pescara, a causa di quello stop, ha perso il collegamento via mare con la Croazia e per gli operatori commerciali e marittimi si è aperta una fase drammatica, avendo dovuto affrontare le difficoltà legate a un porto impraticabile e non dragabile a causa del ddt che oggi non compare più. Certo, la scienza potrebbe rispondere che situazioni del genere sono possibili, perché è sufficiente modificare i campioni da analizzare per avere risultati diversi. Ma quanto accaduto lascia comunque sbigottiti perché, per colpa del ddt che oggi sarebbe scomparso, sono trascorsi 15 mesi di grandi tensioni e sono stati spesi milioni di euro di fondi pubblici”. Ovvia la soddisfazione per i risultati raggiunti dal Governo, “tuttavia”, incalza ancora Testa, “non posso non esprimere amarezza per il tempo sprecato. Spero che non sia avvenuto tutto inutilmente e che il porto saprà rinascere dopo tutte queste vicissitudini. E mi chiedo se tutto questo poteva essere evitato”.

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