“Non partecipiamo al voto, perché questo voto è una farsa. Un documento che chiede di prorogare i tempi per una fusione già chiesta dai cittadini nel 2014. I tempi ci sarebbero stati sin dall’inizio se solo ci fosse stata la volontà di dar seguito alla decisione espressa dai cittadini già a maggio 2014”. Commentano così i portavoce del Movimento 5 stelle di Montesilvano Cristhian Di Carlo, Paola Ballarini e Gabriele Straccini, la non partecipazione al voto sul documento relativo alla Nuova Pescara in votazione al consiglio comunale.
“Ribadiamo che la nostra volontà, è chiara sin dal principio” continuano “vogliamo rispettare l’esito del referendum che i cittadini hanno espresso in favore della fusione dei 3 comuni ma la politica dilazionatoria adottata da tutte le forze politiche nel Governo regionale e nel consiglio comunale di Montesilvano, e l’improvvisa accelerazione impressa da D’Alfonso; ci costringono a non condividere oggi tempi e metodi che ci vengono imposti senza aver fatto ricorso ad una preventiva e necessaria programmazione”.
“Già nel 2014” incalzano “il consigliere del M5S Riccardo Mercante, presentò una proposta di legge tesa a iniziare subito la fusione nella Nuova Pescara. Una proposta che è stata ignorata dal Governatore e dalla sua maggioranza. A giugno 2015 abbiamo presentato a nostra firma una mozione per stimolare le istituzioni a far partire l’iter legislativo. Mozione che il Sindaco Maragno bocciò insieme a tutto il resto del consiglio comunale, destra e sinistra. Nell’ultima seduta di bilancio, inoltre, i parlamentari abruzzesi M5S hanno presentato un emendamento alla Legge di bilancio che prevede l’inserimento di 50 milioni di euro all’interno del fondo ministeriale pensato per favorire le fusioni dei Comuni e di elevare il limite annuo per il bonus conseguente alle fusioni, portandolo dagli attuali 1,5 milioni di euro a 9 milioni. L’emendamento non è stato neanche selezionato dal governo PD-NCD. Quindi” concludono “carte alla mano la posizione del M5S sul tema grande Pescara è chiarissima. Quello che non è chiaro è come si pone un primo cittadino quando alla prova dei fatti non dà seguito alla volontà popolare della sua stessa città”.