In particolare la SOA aveva chiesto al Comune di Bolognano gli atti che riguardano le procedure di caratterizzazione ed eventuale messa in sicurezza e bonifica dell’area “comparto Z”, un sito che era interno della vecchia fabbrica ex Montecatini ma rimasto fuori dalle mappe del perimetro del Sito Nazionale di Bonifica.
L’associazione ambientalista lo aveva fatto notare al Ministero dell’Ambiente a maggio 2017 segnalando anche la presenza di scorie di lavorazione nei pressi delle case, materiali che poi alle analisi dell’ARTA si sono rivelati essere “rifiuti speciali pericolosi”.
La SOA ha avanzato richiesta di accesso agli atti il 27 settembre 2017. “Dopo una serie di scambi di note”, riferiscono gli ambientalsiti, “il comune di Bolognano ha negato l’accesso agli atti con una lettera di 4 pagine fitte di riferimenti giuridici, , per cui l’associazione abbiamo presentato immediatamente ricorso al Difensore Civico. Tra l’altro anche la Regione Abruzzo aveva consigliato al Comune di operare nella massima trasparenza e lo stesso Ministero dell’Ambiente aveva richiesto informazioni su quell’area fin dal 2011, reiterando la richiesta nel 2017”.
Il Difensore Civico ha stabilito che la richiesta della SOA non era generica ma esaustiva nell’individuare la documentazione richiesta e che nell’accesso agli atti in materia ambientale non è richiesta alcuna legittimazione.
Ora il Comune di Bolognano dovrà far accedere a tutti gli atti. “Viene da chiedersi”, conclude la Soa, “cosa possa esserci dentro quella documentazione da meritare tanta pervicacia da parte del Comune di Bolognano nel tenere riservate le informazioni”.