Dopo 55 giorni dalla chiusura disposta per la piscina annessa all’istituto Volta, la Provincia manda l’ultimatum all’associazione sportiva Orione Pescara, gestore dell’impianto di via Einaudi ritenuto inadempiente per 100mila euro di gas, luce e acqua non volturati. La trattativa, che dopo un lungo muro contro muro sembrava essersi riaperta nelle ultime settimane, pare ora giungere ad un epilogo difficilmente controvertibile.
L’ente di Palazzo dei Marmi non si è lasciato intenerire dalle fiaccolate dei genitori e dalle manifestazioni di piazza dei disabili che frequentano l’impianto, tantomeno si è fatto convincere dalle 1500 firme raccolte da utenti della piscina e sostenitori dell’associazione che da oltre 30 anni garantisce lo sport e assiste socialmente i diversamente abili. La legge contabile della Corte dei Conti è argomento più convincente per la dirigente del settore Edilizia scolastica Nicoletta Bucco, che oggi ha rigettato la controproposta che l’Orione aveva presentato il 2 febbraio per mediare il contenzioso economico legato alle condizioni dell’appalto di gestione, così come accordato durante un incontro del 24 gennaio.
Basandosi sulle stime fatte sui consumi che mediamente comportano i 180 frequentatori giornalieri della piscina, la società sportiva si era detta disposta a versare 2700 euro al mese alla Provincia per coprire il 30 delle bollette arretrate, oltre ad impegnarsi a volturare le utenze finora rimaste intestate all’amministrazione pubblica. L’Orione, inoltre, aveva offerto di ristrutturare la vasca di compenso, elemento che permette di non sprecare 25mila metri cubi di acqua potabile al giorno, chiedendo però che 20mila euro di canone (per due anni) dovuti alla Provincia venissero compensati con le 23mila euro spese dal gruppo sportivo per la sostituzione (non dovuta) di due caldaie. Infine, punto principale del disaccordo, l’Orione ha chiesto la rideterminazione delle modalità d’uso della vasca da parte degli studenti dell’Iis Volta, che attualmente usufruiscono in maniera esclusiva e gratuita della vasca, degli spogliatoi e della professionalità di istruttori e assistenti di vasca.
Proposta scartata in blocco da Nicoletta Bucco, che rilancia la propria offerta e fissa l’ultimatum a sette giorni. L’unico sconto offerto dalle casse provinciali all’Orione era sceso a 70mila euro, da versare in rate mensili da 5mila euro a partire dalla riapertura fissata obbligatoriamente a febbraio, dopo la messa in sicurezza della vasca. Inoltre, la Provincia avrebbe incamerato i 2 anni di canone non versati dalla polizza assicurativa del gestore. Per quanto riguarda i lavori che l’Orione si era impegnata a realizzare in sede contrattuale, un cronoprogramma delle opere fisserebbe le priorità più imminenti per permettere all’Orione di applicare un servizio a pieno regime, quindi incassare abbastanza da poter coprire le spese. Ad esempio, un lotto di nuovi spogliatoi che la Provincia doveva realizzare da anni e che giace incompiuto e che riduce l’afflusso di un centinaio di utenti al giorno.
Difficile, ora, che l’associazione già in forti difficoltà a dicembre, dopo 55 giorni di inattività forzata e con i fornitori da liquidare, possa accettare la proposta che arriva con un out-out. Se entro sette giorni il presidente Matteo Iacono non comunicherà a Palazzo dei Marmi di accettare, senza possibilità di ribattere, le condizioni dettate, dovrà abbandonare definitivamente la piscina, sotto minaccia della provincia di “procedere”, si legge nella lettera inviata oggi da Nicoletta Bucco, “dinanzi alle autorità giudiziarie competenti per l’immediato rilascio dei locali in questione occupati sine titulo”. Inoltre, la Provincia si riserva di “procedere giudizialmente per il risarcimento di tutti i danni subiti e subendi a causa del mancato rilascio bonario dell’impianto da parte dell’associazione Orione”.
Una nuvola nera che oscura una giornata aperta con l’ottimismo portato a bordo vasca dai vertici sportivi regionali e nazionali. “Totale disponibilità ad intervenire per arrivare alla soluzione definitiva della vicenda”, è stata offerta da Roberto Valori, presidente nazionale della Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, che stamattina è arrivato a Pescara a dare man forte a Iacono. Valori ha confermato la sua piena vicinanza alla società sportiva che da 30 anni si batte per affermare i diritti dei diversamente abili: “Io tifo per loro”, ha detto il numero uno della Finp, “per un’associazione che da sempre si è occupata con grandissima trasparenza e umanità dei disabili”. “L’Orione, con il suo presidente Matteo Iacono, si è battuta già 30 anni fa per garantire l’attività sportiva, pari dignità e finanche il lavoro ai disabili”, ha ricordato ancora Roberto Valori, “e l’Abruzzo, anche grazie all’Orione, è tra le poche regioni ad avere istruttori di nuoto disabili”. “Mi auguro”, ha aggiunto appellandosi, “che la Provincia di Pescara non resti sorda al grido di allarme che viene lanciato oggi da questa piscina: bisogna fare attenzione a quanto vale, quanto ha fatto e quanto può ancora dare l’Orione Pescara al suo territorio”. A sostenere il suo appello anche Enzo Imbastaro, presidente regionale del Coni: “Il movimento sportivo abruzzese sostiene l’Orione Pescara”, ha dichiarato, “perché la chiusura di un impianto sportivo comporta problemi molto più gravi di quelli economici che si stagliano sullo sfondo di questa vicenda. Il danno sociale causato dalla chiusura di questa piscina è molto più grande del contenzioso economico instauratosi tra l’associazione sportiva e la Provincia di Pescara”. “Basta che solo uno dei ragazzi che frequenta questa piscina”, ha proseguito il presidente del Coni Abruzzo, “prenda una strada sbagliata a causa della sua chiusura e per recuperarlo si dovrà spendere dieci volte più di quanto costa sostenere le attività di un’associazione sportiva. Purtroppo gli amministratori pubblici pensano a risolvere i problemi nell’immediato e non guardano a una progettualità futura: più impianti sportivi ci sono e meglio sarà per i nostri ragazzi anche dal punto di vista sanitario”. Con loro, e ottimista come loro, c’era anche il presidente regionale del Comitato Italiano Paralimpico Franco Zuccarini, che ha riferito di aver “sentito in questi giorni Testa e Rapposelli, presidente e vice presidente della Provincia”, e stanno mostrando piena apertura e disponibilità”. Evidentemente una disponibilità che si è fermata al bordo del registro contabile. Vale, comunque, il messaggio lanciato da Zuccarini: “La Provincia ne è la proprietaria, ma questo è un impianto pubblico, quindi è un bene di tutta la collettività. Loro sono gli amministratori e devono amministrare la cosa pubblica nel migliore dei modi”. Confortato dai dirigenti sportivi, prima di ricevere le ultime comunicazioni, Matteo Iacono ha spiegato ancora una volta le ragioni del presidio che porta avanti nell’impianto da quasi due mesi: “Ormai sono 55 giorni che questa piscina è chiusa”, ha detto , “finora noi abbiamo presidiato questo impianto per evitare che potesse degradarsi. Ora pare che non ci siano più ostracismi per approntare un tavolo tecnico con la Provincia, per fissare il giusto canone da far pagare a un’associazione sportiva che assiste e dà uno sbocco lavorativo a delle persone svantaggiate”, ha illustrato, riferendosi alle decine di atleti con disabilità fisiche e psichiche che nella vasca pescarese si allenano per i campionati italiani di categoria e lavorano come tecnici sportivi federali.
Parole, purtroppo, destinate a fermarsi sulla porta degli uffici contabili della Provincia.
Daniele Galli