Un anno fa, era il 18 gennaio del 2017, l’Hotel Rigopiano di Farindola fu abbattuto da una valanga.
Il comitato Vittime di Rigopiano ha organizzato due diversi momenti.
In mattinata una deposizione di fiori nel luogo della tragedia, poi una fiaccolata e funzione religiosa a Farindola.
Alle 14,30, poi, a Penne il programma pubblico della cerimonia, al palazzetto dello Sport dove, grazie alla collaborazione e al patrocinio del Comune, sarà allestito anche un maxi schermo all’esterno per chi non dovesse trovare posto.
La deposizione dei fiori. Dinanzi al resort che non c’è più si sono radunati i familiari delle 29 vittime che hanno depositato dei fiori dinanzi all’insegna. Tra macerie, ancora presenti, e tanta commozione perché tanti dei familiari delle vittime qui non c’erano mai stati. Sono presenti anche i soccorritori (Soccorso Alpino con i cani e i vigili del fuoco) e il vescovo Valentinetti. E il picchetto d’onore dei carabinieri. Non sono presenti autorità.
Gianluca Tanda, portavoce del Comitato Vittime ha sottolineato “l’importanza di essere qui in queste ore che un anno fa precedevano la tragedia e poi a Farindola, comunità che ha pagato il suo prezzo. Vogliamo giustizia ha detto, poi anche i risarcimenti”.
Mentre un amico di una delle vittime, Luca Falcone con la sua tromba intona il silenzio, viene issato un tricolore con i nomi di tutte le vittime della tragedia di un anno fa. Di fianco un cartello con la scritta “Mai più”.
Giampaolo Matrone, marito di Valentina Cicioni, morta sotto la valanga. “ Oggi è solo il giorno del dolore e della commemorazione, ma anche dell’amore. L’amore nato tra i famigliari delle vittime, che si fatto forza gli con gli altri”, il tutto mentre depone un biglietto sulla “montagna” di fiori che ricorda la tragedia.
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Partita la fiaccolata dal bivio Mirri verso Farindola. Un corteo con 29 fiaccole, una per ciascuna delle vittime della valanga del 17 gennaio del 2017. Il corteo, oltre che dai familiari, si va via via ingreossando con diversr residenti di Farindola.
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Iniziata la funzione religiosa. La chiesa di San Nicola a Farindola è stracolma. La messa viene officiata dal vescovo Valentinetti. Accanto all’altare viene posizionato il tricolore con i nomi delle 29 vittime e accompagnata da voci femminili per chitarre e organo. C’è anche il picchetto del soccorso speleo-alpino.
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“Chissà quante volte in questo anno vi siete ripetuti “ma perché mano potente dio non ha fermato valanga”, ha detto il vescovo. Non c’ è risposta a questa domanda perché purtroppo più volte come voi mi sono scontrato con morte, anche giovani, ho celebrato il funerale di 27 bambini a San Giuliano puglia, forse il più difficile mia vita e me lo sono chiesto anche io perché la scuola è crollata. C’è una sola risposta, la solidarietà umana che possiamo esprimerci.
Tutti sono morti drammaticamente ma c’é anche risposta di fede forte e potente, la fede non serve per poter dire a Dio” non far succedere questo è quello”, la vita ci insegna che 29 persone sono morte, e sempre sperimenteremo eventi morte, ma se ci sono responsabilità vanno sicuramente accertate. Non bisogna rimanere schiacciati dal peso del dolore ma puntare il dito contro il dolore. Un anno fa qui c’era il finimondo oggi Dio regala giornata di sole. Sole che deve tornare a splendere, se volete far riposare madri, padri e figli ricominciare a far risplendere sole dentro vostro cuore, grazie a fede e solidarietà umana”.
Una ragazza ha poi nominato le vittime e pregato per la comunità di Farindola e che la tragedia non sia motivo di divisione.
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Al termine della funzione religiosa, il vescovo ha annunciato che assieme ai familiari delle vittime andrà in udienza dal papa il prossimo 25 gennaio.