Pescara. Un’interrogazione al Ministro dell’economia e delle finanze è stata inoltrata dai parlamentari abruzzesi del M5S, Vacca, Colletti, Del Grosso, sulla presunta presenza di amianto nella sede dell’Agenzia delle Entrate di Pescara.
“Da notizie di stampa”, dicono, “è emerso che nell’immobile di Via Rio Sparto n° 21 a Pescara, che dalla fine degli anni ’80 accoglie i dipendenti dell’ex Ministero delle Finanze, oggi Agenzia delle Entrate, il pavimento è di composto da materiale vinil amianto in quasi tutto l’edificio”.
“Questo immobile”, proseguono, “sede di 3 diversi Uffici fiscali, in seguito al processo di cartolarizzazione, è stato ceduto ad un privato; recentemente, a giugno scorso, conseguentemente alle rimostranze sollevate il problema da alcuni dipendenti dell’Agenzia delle Entrate, la proprietà provvedeva a incaricare una ditta specializzata per effettuare alcuni rilievi a campione per verificare attraverso opportune analisi i componenti del pavimento; dopo ben 4 mesi sono stati resi noti i risultati delle analisi nelle quali veniva riscontrata la presenza di amianto nella colla utilizzata per il fissaggio delle mattonelle; a seguito di altra campionatura effettuata da un laboratorio incaricato dall’Agenzia delle Entrate, la percentuale di amianto è risultata più elevata rispetto ai precedenti esami”.
“Da diversi anni il pavimento di vinil amianto in quasi tutto l’immobile a causa dell’ordinario calpestio si è consumato fino a rendere visibile il massetto sotto la pavimentazione”, proseguono i pentastellati, “la proprietà dell’immobile in questi giorni sta procedendo all’incapsulamento del pavimento nelle sole stanze in cui lo stesso è maggiormente danneggiato, tuttavia la ditta incaricata all’isolamento del vinil amianto obsoleto ha delimitato piuttosto precariamente la zona dei lavori in corso, da cui a volte fuoriescono polveri e odori acri di prodotti chimici, in compresenza dei lavoratori sul medesimo piano; come evidenziato da notizie di stampa, per decenni i lavoratori hanno respirato, probabilmente, una sostanza dichiaratamente nociva per la salute e non è detto che i valori rilevati laddove la pavimentazione è mancante in più punti siano realmente al di sotto dei limiti previsti, proprio perché le particelle cancerogene si sono da tempo diffuse e volatilizzate nell’aria e, quindi, sono state respirate; sempre secondo la stampa, non sono pochi i lavoratori dello stabile che nel corso degli anni sono stati colpiti da gravi malattie, a volte anche letali tant’è che è lecito interrogarsi se il malsano ambiente di lavoro non possa essere una delle cause delle malattie stesse”.
Al ministro viene, quindi, chiesto, se “anche disponendo nuove analisi sulla pavimentazione dell’immobile, non ritenga opportuno, nei limiti dei propri poteri e competenze, predisporre l’immediato e idoneo isolamento del cantiere al fine di garantire la salubrità dell’ambiente lavorativo, a tutela della salute dei lavoratori e dell’utenza degli uffici, nonchè urgentenemnte attivarsi nei confronti della proprietà dell’immobile affinché la medesima proceda all’incapsulamento del pavimento in cui vi è la presenza di colla di amianto nell’intero edificio”.