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Rigopiano, Di Sabatino (Provincia Teramo): “Dalle intercettazioni non emerge l’impegno”

Una situazione eccezionale, la “tempesta perfetta”, senza luce, senza telefoni, senza acqua: tre palazzi dello Stato (Provincia, Comune e Prefettura) chiusi; neve e terremoto insieme.

“Decontestualizzate, le intercettazioni raccontano sempre verità parziali – commenta Renzo Di Sabatino in riferimento alle cronache di questi giorni e al quadro che sembra emergere dalle intercettazioni sulle vicende che hanno preceduto e seguito la tragedia di Rigopiano – Se questo è vero sempre lo è ancor più in riferimento a quanto è accaduto quasi un anno fa quando tutti abbiamo lavorato e operato in condizioni assolutamente emergenziali, senza avere i mezzi, gli uomini e le risorse necessarie, almeno nelle prime 48 ore, per far fronte a quanto stava accadendo. E’ chiaro che questo è un tema e che deve entrare con maggiore attenzione nell’agenda politica; perché solo con la sana e paziente programmazione e con un approccio organizzativo più efficace possono essere superate quelle criticità che pure sono emerse. Ma le buone intenzioni e l’impegno profuso da tanti, nelle intercettazioni, non si vedono e le frasi tagliate con l’accetta inducono più di un equivoco: in quei giorni ero impegnato come istituzione a far comprendere la necessità di far arrivare uomini, risorse e turbine nel nostro territorio, si dormiva pochissimo, eravamo tutti nervosi e sotto stress; le conversazioni, per forza di cose, frettolose e dure. Oggi, a distanza di quasi un anno, voglio ringraziare tutti quelli che hanno lavorato nella filiera dell’emergenza e del soccorso: dal Prefetto all’ultimo dei cantonieri perchè sono tanti quelli ai quali dire grazie per il lavoro svolto in condizioni davvero difficili, sia sul piano umano sia su quello istituzionale. E mi spiace sinceramente che parole dette in quei frangenti, peraltro in conversazioni telefoniche che si ritenevano private, possano essere usate per colpire persone che non lo meritano perché non era mia intenzione allora e non è quello che penso oggi. E soprattutto, non credo che questo serva a migliorare la nostra azione, laddove c’è da cambiare qualcosa”.