Rigopiano, la telefonata di D’Alfonso a D’Incecco: la ricostruzione

“Che tipo di intenzione aveva quella telefonata? Quella telefonata fa riferimento a un solo contesto che è quello della richiesta di stato di emergenza per la quale si è riunito il comitato regionale della protezione civile alle ore 15,30 del 18 di gennaio presso la sala della Provincia”.

 

Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, intervenendo in merito alla telefonata delle 7.53 del 20 gennaio 2017, con il responsabile del settore viabilità della Provincia di Pescara, Paolo D’Incecco, trascritta nell’ informativa della Squadra Mobile di Pescara, in cui il governatore dice “c’è da gestire situazione documentale”.

 

 

“L’idoneità di quella richiesta a norma della legge quadro della protezione civile – spiega D’Alfonso – richiede una consistenza documentale di danni di situazioni dettagliate puntualmente dagli uffici tecnici di comuni, di province, dei carabinieri, operatori museali che possano descrivere cos’è che è accaduto in ordine a quella vicenda di precipitazione eccezionale atmosferica”.

 

 

“Noi il 18 gennaio – ricostruisce D’Alfonso – facciamo una riunione dell’organo collegiale. Il 20 di gennaio faccio partire la richiesta a palazzo Chigi per lo stato di emergenza. Il 22 di gennaio il Consiglio dei ministri delibera lo stato di emergenza. Il 18 di gennaio, nel momento in cui convoco l’organismo, chiedo a tutti gli enti partecipi di darmi documentazione anche fotografica. Il 20 di gennaio sollecito le quattro province per la loro documentazione fotografica”.

 

E prosegue il governatore dell’Abruzzo: “La mia telefonata all’ing. Paolo D’Incecco è: ‘metti insieme tutta la documentazione e fammela pervenire in termini idonei per l’istruttoria della protezione civile e di palazzo Chigi'”.

 

 

“Mi piacerebbe anche – aggiunge D’Alfonso – che pervenisse nella piena consistenza e contezza dei giornali, di tutti i giornalisti, quelli che sono capaci di lettura puntuale e

completa e quelli che hanno la sofferenza del risentimento, tutte le telefonate, tutto ciò che è stato detto, con la ricostruzione quotidiana. Non credo che si possa organizzare

safari con aggiustamenti, toglimenti e ricomposizioni e scomposizioni, perché credo che su questo possa accadere un bisogno dell’autorità giudiziaria perché così si nega la ricostruzione della verità”.

 

 

Il governatore, ribadendo la straordinarietà degli eventi, tiene a che “si rideterminasse la conoscenza di quello che è accaduto il 18 di gennaio per esempio con particolare riferimento alle 16,26 ad opera di un grande lavoratore come Claudio Ruffini (all’epoca segretario particolare del governatore, ndr) che si è dedicato quel giorno per intero per
cercare di aumentare il numero dei mezzi, chiedendo attraverso anche il mio patrimonio relazionale e lavorativo ad autostrade e Anas di ogni regione per fare in modo che aumentasse il patrimonio”. Il governatore ha evidenziato che sono state tante
le telefonate ricevute quel giorno, “da sindaci, imprenditori, operatori degli alberghi”. “Ho ricevuto telefonate allarmate del sindaco di Atri a proposito dell’inaccessibilità dell’
ospedale e di qui le attenzioni su Atri di cui anche alle telefonate rilevate. O a Civitella del Tronto dove la piazza in centro rischiava di sfondarsi per il carico di neve e dove una
casa di riposo con 80 anziani era rimasta senza gasolio. Di lì mi convinsi, concordando con il prefetto, di richiedere l’ intervento dell’esercito”. “Io – dice – mi sono adoperato per
aumentare i mezzi. Mi sono arrivate segnalazioni anche di politici. Sospiri (Fi) mi ha rappresentato il dramma di Moscufo, Pianella e Villa Celiera. Ero molto preoccupato per Villa Celeria, dove c’era dramma della frana”. “Mi sono mosso per fare in modo che Passolanciano non diventasse un luogo a rischio per le centinaia di autobus o che andavano o che potevano andare. C’è ancora una segnalazione in istruttoria – conclude D’Alfonso
– di un bus con circa 200 studenti rimasti custoditi all’interno e nei pressi dell’ hotel Panorama, credo in vicinanza del rifugio Pomilio”.

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