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Piscina provinciale: l’Orione Pescara perde la gestione. Il presidente Iacono: andremo al Tar

Pescara. L’associazione sportiva Orione ‘sfrattata’ dalla piscina provinciale perché inadempiente. Il gestore dell’impianto si difende: “Se facciamo i conti, risultiamo in credito noi”. Un braccio di ferro tra lavori non eseguiti e servizi non retribuiti. A rischio 14 lavoratori, 200 disabili e centinaia di utenti. Iacono: “Se ci cacciano andremo al Tar”.

Dieci anni di gestione non si fermano alla riga da tirare sotto alle cifre economiche. L’impegno sociale, il coinvolgimento in attività quotidiane di circa 200 disabili, lo sforzo e la dedizione di chi attorno ad un centro sportivo ha creato un’oasi familiare vengono, però, ugualmente messi a rischio dalla burocrazia e dal ruolo che la obbliga a mettere le mani nelle casse e sui registri contabili.

La burocrazia è quella della Provincia di Pescara, che tirando le somme al bilancio della piscina provinciale si ritrova un credito vicino ai 100mila euro da riscuotere dall’associazione sportiva Orione per la gestione dell’impianto di via Pietro Nenni. Una struttura inaugurata nel 2002 e affidata a Matteo Iacono, presidente dell’Orione e tra i pochi che fin dal 1994 si sono battuti per trasformare una vecchia opera incompiuta in quello  che oggi è un punto di aggregazione sportiva e sociale. Alla cooperativa da lui fondata, 10 anni fa, fu affidata temporaneamente la gestione della piscina, che oltre a servire centinaia di utenti, ospitava gratuitamente anche gli studenti dell’Itis Volta, vicini della porta accanto e coinquilini di uno stesso ‘padrone di casa’, l’ente provinciale. Quell’ente che fino al 2008 ha rinnovato il mandato alla Orione Onlus ogni 6 mesi, è poi sceso alla scadenza trimestrale, nell’ottica di un appalto da affidare attraverso una gara. Si è passati, così, da 7 anni di accordi bonari tra le parti alla rigida formalità di un contratto. “Non ci veniva chiesto nessun canone, né di pagare le bollette”, spiega Matteo Iacono, “noi in cambio abbiamo sempre curato l’impianto, fino a sostituire un boiler da 3mila litri spendendo 23mila euro”. Una manutenzione straordinaria, fatta nell’estate 2008, che spettava alla Provincia: “Li abbiamo avvisati, hanno fatto solo dei sopralluoghi, ma l’anno scolastico stava per iniziare e ci siamo assunti noi l’onere”, aggiunge Iacono, chiarendo come si regolavano le cose all’epoca, “se tu non mi fai pagare le spese, io te lo riconosco e mi accollo il mio quando serve”.

Buone intenzioni che, giustamente, hanno avuto la necessità di essere formalizzate con la gara d’appalto bandita nel 2010. A quella non partecipa nessun altro se non la cooperativa Orione, che però non risultava affiliata al Coni, quindi viene scartata, e con essa la gara finisce deserta. In seconda battuta, la cooperativa si ripresenta come Asd Orione Pescara, la squadra affiliata alla federazione italiana nuoto e alla sua costola dedicata agli atleti disabili, quella che Iacono dirige fin dal 1982, tenendo unito un foltissimo gruppo di persone affette da diversità psichiche e fisiche. L’associazione sportiva si presenta di nuovo al tavolo di Palazzo dei Marmi con una proposta che lo stesso vice presidente della Provincia, Fabrizio Rapposelli, ha giudicato “assolutamente allettante”: il pagamento, per 10 anni, di 8450 euro più iva di canone annuale, da versare anticipatamente entro fine ottobre, più la voltura delle utenze di gas, luce e acqua e l’offerta di eseguire lavori di ristrutturazione per 250mila euro. Allettante, forse, anche perché è ancora una volta l’unica offerta presentata.

LA RISTRUTTURAZIONE

 Una piscina iniziata negli anni ’90, vent’anni dopo ha necessità di ovvi aggiornamenti strutturali. L’esperienza nel settore porta l’Orione a proporre un intervento massiccio mirato soprattutto ad eliminare lo spreco da 20mila metri cubi d’acqua che ogni giorno finisce negli scarichi obsoleti. C’è bisogno di rimodernare la vasca di compensazione, che si occupa di mantenere sempre costante il livello dell’acqua, raccogliendo quella in più e restituendola nel momento di bisogno. Attualmente, invece, l’acqua che tracima dai bordi viene persa. Viene proposto, nella stessa logica, di portare il bordo a sfioro, sollevando la vasca di 25 centimetri e sostituendo i bordi di testa e coda con degli argini più imponenti ed eliminando le vecchie canaline laterali di scolo, insieme alla totale ripavimentazione del fondo e delle pareti della vasca. La Provincia si sfrega le mani e dinanzi al progetto esecutivo dell’Orione firma il contratto il 23 agosto 2011, con decorrenza dall’aprile precedente. Un azzardo che commette Iacono, poiché la copertura finanziaria che sperava di ottenere con l’intervento del Credito sportivo non arriva: “Non ci hanno concesso le fidejussioni e la proprietà dell’immobile utile a fare da garanzia non è nostra”, riepiloga il presidente dell’associazione, “ma se vuoi lavorare devi fare così: è come l’operaio dell’Ilva che sa di rischiare la tubercolosi e in fabbrica ci va lo stesso”, commenta rassegnato.

Le attività della piscina, quindi, procedono regolarmente: gli studenti, dalle 8:00 alle 13:00 condividono le corsie con gli sportivi più mattinieri e i tanti atleti paralimpici dell’Orione, al pomeriggio più di cento bambini e adulti seguono i corsi di nuoto e acquagym. Mentre attorno alla vasca i ragazzi down e i volontari dell’associazione vivono quotidiane esperienze di inserimento sociale, tra giardinaggio e altre attività educative. Puntuali come solo le bollette sanno essere, a settembre dello stesso anno arriva il primo avviso di pagamento del canone, insieme alla richiesta di intestazione delle utenze, che l’associazione non ha ancora assolto. Perché? “Ben disposto a pagare acqua, luce e gas”, ribadisce Matteo Iacono, “ma l’impianto presenta delle dispersioni energetiche e tocca alla Provincia provvedere, altrimenti io pago bollette stratosferiche”. Gli spogliatoi della piscina e la palestra accanto dell’Itis, infatti, sono separati da un tramezzo che non arriva al soffitto e il caldo dell’impianto sportivo finisce, inevitabilmente, per disperdersi al di là della parete mai completata dalla Provincia. Lo spreco d’acqua, invece, sarebbe limitato grazie a quella manutenzione promessa dall’Orione nel contratto. Il circolo vizioso si chiude con il finanziamento, mai ottenuto, necessario a portarla a termine: “Se la Provincia si facesse garante per noi”, chiede l’associazione, “potremmo ricevere i soldi dal Credito Sportivo e chiudere finalmente il cerchio”.

IL CONTENZIOSO CON LA SCUOLA

 Ferma su questa posizione, l’Orione non paga quanto dovuto e la Provincia soprassiede, pagando di tasca propria i fornitori energetici. Passa quasi un anno, a maggio 2012 a scontrarsi con il gestore della piscina arriva anche la direzione del Volta che reclama un cavillo presente nel contratto: l’uso esclusivo e gratuito dell’impianto garantito all’istituto scolastico dal lunedì al sabato dalle 8:00 alle 14:00, che nega all’Orione di poter accogliere gli iscritti paganti in vasca nello stesso orario,  ma la obbliga ugualmente a sostenere le spese di gestione. Per cercare un accordo si convoca un tavolo congiunto tra le parti e la Provincia: in quella sede, quindi, Iacono rivendica come dal 2002 l’associazione abbia prestato alla scuola servizi superiori a 150mila euro all’anno: “Sei ore per sei giorni a settimana”, dettaglia lui, “con 5 addetti a bordo vasca e alla pulizia, oltre alle spese per le docce, i riscaldamenti e i prodotti per depurare l’acqua della piscina non sono roba da poco: allora se loro vogliono i soldi da noi, scontiamo quello che ci spetta di diritto”. Ma quello che viene reclamato, sarebbe stato invece negato dalla preside Fiorenza Papale: “In quell’unica volta in cui ci siamo incontrati, ha negato che i nostri associati abbiano prestato servizio agli studenti per un decennio”, riferisce ancora Iacono. Ad aumentare il conto da “scontare”, pochi giorni dopo, arriva un’altra ingiunzione di pagamento: 85mila euro tra canoni e volture arretrati. La faccenda si complica sempre più, a giugno scorso interviene la commissione Bilancio della Provincia, che fissa la convocazione di un tavolo tecnico per dirimerla, ma quella riunione non si è mai tenuta. In estate l’associazione continua la regolare amministrazione dell’impianto, a settembre si riapre la scuola: non pagata per un servizio che non si vede riconosciuto, limitandosi a vigilare la vasca dai bordi, comunque obbligata alla responsabilità civile e penale, l’Orione Pescara lascia la piscina alla scuola ogni mattina e i suoi tesserati fuori dalla porta. Seguono due diffide di pagamento.

LO SFRATTO DALLA PROVINCIA

A quella porta, il 14 novembre, arriva una raccomandata che lascia solo 7 giorni all’associazione per togliere dall’impianto materiali e personale.  “L’Orione Pescara è assolutamente inadempiente rispetto agli obblighi assunti con la Provincia”, tuona l’assessore Rapposelli, “per tutelare gli uffici amministrativi di fronte alla Corte dei Conti, l’ente ha sollecitato l’associazione a  sanare le inadempienze già lo scorso anno, assicurando un tempo congruo per farlo, ma non è avvenuto. L’Orione Pescara ha risposto non pagando il dovuto ma eccependo delle compensazioni, che non sono possibili. Per la Provincia il contratto è già risolto, di diritto, per cui abbiamo chiesto di riconsegnare l’immobile libero”. Con i giorni contati e le chiavi da riconsegnare il prossimo 21 novembre, i 14 lavoratori associati all’Orione sono passati al contrattacco. Passato il primo momento di sconforto, Iacono è si è rivolto all’avvocato Raffaele Chirico, anticipato dall’intervento a gamba tesa di Camillo Sborgia, presidente della commissione Vigilanza. I consiglieri provinciali che la compongono hanno convocato, stamane, i rappresentanti dell’associazione per avere chiarezza, insieme alla dirigente del settore Edilizia scolastica Nicoletta Bucco. Questa era assente, mentre “i consiglieri hanno detto di non aver mai saputo prima della controversia”, ha riferito Iacono al termine della riunione, “quindi la decisione di farci chiudere è un atto unilaterale dell’assessorato e della dirigenza”. La commissione, inoltre, avrebbe chiesto una sospensiva alla diffida e la convocazione di quel tavolo tecnico invocato 6 mesi fa. Domani, invece, dal presidente Testa e dal vice Rapposelli, Iacono tornerà accompagnato dai presidenti regionale e provinciale di Federazione italiana nuoto e Coni, Frammolini e Imbastaro: “Aspettiamo quindi domani”, rimane speranzoso il direttore della piscina, “altrimenti siamo pronti a presentare un ricorso al Tar”. Ma oltre la speranza , un velo di amarezza avvolge la sua buona fede: “Sembra che sia stato fatto tutto ad arte per strozzarci: se un disegno simile dovesse essere scoperto allora dovrà essere preso in carico dalla magistratura”, conclude Matteo Iacono.

 

Daniele Galli