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Pescara, sequestri per 3 milioni: legge antimafia contro le famiglie Spinelli e Di Rocco

Pescara. Sequestrati beni per 3,2 milioni di euro alle famiglie rom Spinelli e Di Rocco. Case, automobili, motociclette e conti finanziari: beni accumulati illecitamente, secondo polizia, finanza e  carabinieri, che hanno attuato la nuova legge antimafia.

Beni immobili e mobili per un valore stimato di 3,2 milioni di euro sono stati sequestrati alle prime luci del giorno a famiglie di etnia rom, gli Spinelli e i Di Rocco, note per i trascorsi criminali di alcuni dei loro componenti e residenti a Pescara e Montesilvano. L’operazione e’ stata eseguita dal comando provinciale della guardia di finanza, della questura e del comando provinciale dei carabinieri e ha interessato in particolare 4 unità immobiliari con annesse aree di pertinenza, due autovetture, un motociclo e 14 rapporti finanziari intestati o comunque riconducibili, anche per interposizione fittizia, ai membri delle famiglie rom.

L’operazione, preceduta da approfondite indagini, è stata eseguita in applicazione del nuovo codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, entrato in vigore il 13 ottobre scorso, che dà un ulteriore impulso alle misure di prevenzione patrimoniali, consentendo di arrivare al sequestro e alla successiva confisca dei patrimoni illecitamente accumulati da coloro che vivono dei proventi dei reati e non possono giustificare la legittima provenienza dei beni di cui sono in possesso. Le famiglie finite nel mirino delle forze dell’ordine – dicono gli investigatori – sono dedite alla commissione di reati di varia natura (furti, estorsione, usura, traffico e spaccio di stupefacenti) e proprio in questo modo hanno accumulato ingenti patrimoni immobiliari nel corso degli anni. Per il fisco, però, sono completamente sconosciute. Azioni del genere sono state promosse anche in passato: sono stati eseguiti numerosi sequestri e confische nell’ambito di diverse operazioni condotte dal 2007 ad oggi, con l’adozione di provvedimenti ablativi per 26 milioni di euro e di 93 misure della sorveglianza speciale in capo ad altrettante persone.

I SEQUESTRI. Gli immobili sottoposti a sequestro si trovano nel quartiere Rancitelli di Pescara, in via Venna, via Vella e via Aterno, per un valore catastale rispettivamente di 900mila, 450mila e 300mila euro. Sono tutte riconducibili ad Armando Spinelli, nonostante siano state appositamente intestate a figli e nipoti, mentre un quarto immobile, quello di via Mosa a Montesilvano dal valore di 250mila euro è stato ricondotto agli investigatori ad Arcangelo Di Rocco, al quale sono stati sequestrati 2 conti correnti da 50mila euro ciascuno. Ben 12 i conti sequestrati alla famiglia Spinelli, per un totale di 152mila euro. Le auto finite sotto sequestro sono una Tmax, una Smart e una Golf.

Coinvolta una terza famiglia rom, per la quale si è già arrivati al provvedimento di confisca definitiva di un’abitazione già sequestrata in via L’Aquila a Montesilvano: nei giorni scorsi è stato effettuato il sopralluogo richiesto dall’Agenzia nazionale e nei prossimi mesi la famiglia che occupa l’immobile sarà sfrattata, per poter destinare il caseggiato a fini sociali.

Ormai sotto stretto e costante controllo da parte delle forze dell’ordine, i rom hanno affinato i trucchi contabili per mettere al riparo dal fisco se stessi e i loro beni. Aumentano i passaggi di proprietà e le tecniche di interposizione degli intestatari, ricorrendo a chi non e’ conosciuto alle forze dell’ordine, hanno spiegato il colonnello Roberto Di Mascio della Finanza, Egidio Labbro Francia della questura e il capitano Enzo Marinelli della compagnia dei carabinieri di Montesivano. In questo modo i nomadi dimostrano redditi di massimo 2mila euro, mentre quelli derivanti da attività lecite vengono ‘coperti’ intestandoli generalmente a minorenni, quando poi sul citofono di casa compare il nome del capostipite pluripregiudicato. A testimoniare la consistente disponibilità economica di questa famiglie, ad esempio, una scrittura che testimonia il pagamento di 143 mila euro in contanti per l’acquisto di un’immobile. Astuti anche a mantenere un profilo basso, spostandosi in altre località per delinquere. “Solo con la confisca e lo sfratto dalle case queste persone riescono a capire quanto siano incisive queste operazioni”, hanno detto gli inquirenti stamani, al termine delle indagini.