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Penne, Cittadella dello sport chiusa da settembre: in 27 senza stipendio da 9 mesi

Penne. Senza stipendio da 9 mesi. La Cittadella dello sport non riapre dopo la pausa estiva e 27 dipendenti rimangono senza lavoro. Il comune ha rescisso il contratto con la società che gestisce gli impianti sportivi, ma piscine e palestre rimangono chiuse. E gli iscritti hanno già pagato l’abbonamento fino  a dicembre.

Era la Cpl Concorda di Modena ad avere in concessione la Cittadella dello sport di Penne, impianti sportivi polivalente che ricomprendono anche la piscina comunale del paese vestino. E la società modenese aveva girato la gestione di tutti i servizi alla cooperativa locale Tie break. Tutto bene fino alla pausa estiva, poi a settembre le porte della cittadella sono rimaste inspiegabilmente chiuse, lasciando a bocca asciutta non solo i tesserati della piscina, che hanno regolarmente pagato l’abbonamento fino a dicembre senza poter nuotare un giorno dal rientro delle ferie, ma anche i lavoratori interessati: 7 addetti alla manutenzione e 20 istruttori, che da nove mesi sono ormai senza stipendio e senza attività.

Questi si sono rivolti alla Federazione italiana lavoratori commercio alberghi mense e servizi

(Filcams) della Cgil, che ha chiesto al sindaco di Penne di aprire con la massima urgenza un

tavolo di confronto con l’amministrazione comunale stessa  e con le società concessionarie per

capire in che modo, e attraverso quali strumenti, si possano garantire tutti i posti di lavoro e stabilire tempi e modi per il pagamento degli stipendi arretrati. Dal canto suo, l’amministrazione comunale, dopo la latitante risposta ai ripetuti solleciti rivolti alla Cpl Concordia al fine di garantire la ripresa del servizio, è stata infine costretta a procedere al recesso unilaterale del contratto rientrando in maniera coattiva in possesso della struttura il 9 novembre scorso. “Riteniamo che la situazione debba essere affrontata urgentemente”, afferma Lucio Cipollini della Filcams di Pescara, “è necessario che la piscina riapra prima possibile, che i lavoratori possano tornare al proprio posto e la struttura venga restituita alla cittadinanza”