E’ iniziato venerdì mattina il processo contro Roberto Locatelli e la moglie Anna Maria Tosto, titolari del canile La Rupe di Civitella Casanova.
Scontano le pessime condizioni in cui ospitavano i cani. Come teste d’accusa è stato sentito Gabriele Bettoschi, della Tutela Diritti Animali, che nel settembre 2015 aveva presentato una circostanziata denuncia/esposto.
Il canile La Rupe è una struttura privata convenzionata con diversi comuni dell’area vestina e con quello di Città S.Angelo. E’ autorizzato ad ospitare fino a 150 cani, anche se da tempo ne ospita mediamente soltanto una quarantina.
“Cani rinchiusi in box privi di protezione alle intemperie invernali o al sole cocente. Cibo buttato in mezzo agli escrementi. Acqua a disposizione scarsa e putrida. Cani visibilmente malati e con forti segni di trascuratezza e mancanza di contatto fisico e quindi difficilmente adottabili, questo e da anni lo spettacolo che offre il canile La Rupe”, dichiara Bettoschi. “Siccome- continua Bettoschi –le irregolarità strutturali e gestionali che provocano gravi sofferenze ai cani ospitati, sono presenti da numerosi anni, appare davvero molto strano che il Comune di Civitella Casanova abbia potuto rilasciare l’autorizzazione sanitaria e Asl e Regione abbiano potuto dare parere positivo”.
“Anzi – aggiunge Bettoschi- oltre ad aver documentato anche fotograficamente le condizioni innaturali in cui sono costretti a vivere i cani, anche per le ingiustificate omissioni di chi è preposto ai controlli delle strutture di ricovero, avevo chiesto alla Magistratura di accertare le ragioni per cui ogni volta che il Servizio Veterinario Asl effettuava controlli in concomitanza di una denuncia nei confronti della struttura “La Rupe”, riscontrava solo inconvenienti igienico-sanitari, con conseguente utilizzo dei relativi verbali da parte dei titolari del canile, a propria difesa”.
Le indagini, che hanno messo, per la prima volta, sotto processo i titolari del canile La Rupe, sono state effettuate dalla Forestale e non hanno visto il coinvolgimento dei veterinari della Asl di Pescara, ma quelli dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo.
Cristina Feriozzi, e Carmelita Bellini, dell’Associazione Protezione Animali Dog Village, si dicono soddisfatte dell’esito delle indagini. La Bellini, auspica che vangano effettuati più severi controlli anche da parte dei comuni che stipulano convenzioni con strutture private al fine anche di verificare non solo le condizioni in cui vengono detenuti i cani di cui sono comunque loro responsabili, ma anche se sono ancora in vita. “Infatti, non poche volte, è stato scoperto che venivano pagati cani deceduti da tempo”.